È un luogo comune duro a morire, soprattutto in Italia e in Francia. La cucina tedesca non sarebbe delle migliori e tendenzialmente in Germania si mangerebbe male. Molti detrattori dicono che i piatti sono spesso pesanti, ricoperti di salse cremose e grasse che confondono irrimediabilmente i gusti. Eppure, la cucina tedesca non si limita alla salsiccia con crauti o allo stinco di maiale con gnocchi di patate. E anche gli specialisti della Guida Michelin se ne sono resi conto. L’ultima edizione, pubblicata a metà novembre, inserisce la Germania al secondo posto nella classifica dei Paesi con il maggior numero di ristoranti a tre stelle. Sono nove nella Repubblica federale, contro i ventisei della Francia e i cinque dell’Italia. Uno dei più noti è a Wolfsburg, in Bassa Sassonia: il Aqua merita il più alto riconoscimento grazie alla "cucina creativa" del suo chef, Sven Elverfeld. Per la prima volta poi è stato premiato da Michelin con due stelle un ristorante della ex Germania Est: il Falco di Peter Maria Schnurr, a Lipsia, in Sassonia. In totale, i ristoranti tedeschi consigliati dalla guida francese sono ormai 216. Il risultato può sorprendere i più scettici; ma nasconde in realtà profondi cambiamenti nella gastronomia tedesca.
Fino a 15 anni fa i supermercati tedeschi si limitavano a vendere prodotti tipici. L’offerta era limitata e tendenzialmente locale. Oggi in un qualsiasi supermercato di Germania è possibile trovare olio greco, prosciutto spagnolo, camembert francese, mozzarelle italiane, pane turco, cachaça brasiliana, couscous marocchino, oltre naturalmente a una grande varietà di frutta, verdura e vini. Proprio nel 2007 il consumo di vino ha toccato un record storico: 20,6 litri pro capite, mentre diminuisce il ruolo della birra nella dieta tedesca. Quando sono arrivato in Germania, nel 2000, l’acqua nei ristoranti poteva essere solo gasata. Oggi il cameriere non ha più difficoltà a offrire anche acqua minerale non frizzante. In questo, la catena commerciale Aldi è lo specchio della Germania moderna: nonostante sia un hard discount, il supermercato vende sciroppo d’acero canadese, sidro bretone e chianti italiano. A questo punto, la classifica della guida Michelin non è più una sorpresa. Credo vi siano due motivi per i grandi cambiamenti subiti dalle abitudini alimentari in Germania. Da un lato i tedeschi viaggiano sempre di più e riportano in patria gusti e sapori che vogliono ritrovare a casa, magari adattando leggermente i loro piatti tradizionali. Dall’altro, la forte presenza di una popolazione immigrata ha certamente contribuito a variare l’offerta dei supermercati, a influenzare lo stile dei cuochi, a modernizzare in ultima analisi la cucina tedesca.