FRANCOFORTE – Anche la prudente e luterana Germania, tanto critica nei mesi scorsi per un eccesso di aiuti pubblici nei Paesi anglosassoni, opta per una nazionalizzazione bancaria. Commerzbank ha annunciato ieri di avere chiesto l'aiuto dello Stato per rafforzare il proprio capitale nel momento in cui sta per finalizzare l'acquisto di Dresdner Bank.
L'operazione, la prima del suo genere da quando è scoppiata la crisi
finanziaria, prevede un'iniezione pubblica di 10 miliardi nella nuova
Commerzbank che vedrà la luce a breve dopo la fusione con Dresdner
Bank. Di questi 10 miliardi, una parte verrà utilizzata per l'acquisto
di 295 milioni di azioni al prezzo di 6 euro l'una, pari al 25% del
capitale più un'azione.
Il resto rappresenta una partecipazione
silenziosa del valore di 8,2 miliardi di euro. In questo caso il
Governo federale non ottiene il diritto di voto, ma contribuisce
solamente a rafforzare il Tier 1 dell'istituto di credito, che dovrebbe
salire al 10% delle attività totali, dall'attuale 6%.
«Vogliamo
rafforzare la nostra banca in un momento finanziario estremamente
difficile», ha spiegato ieri sera il presidente di Commerzbank Martin
Blessing. «Questa operazione ci permetterà di continuare a offrire
crediti all'economia tedesca e di rimanere un partner affidabile agli
occhi della nostra clientela». Da Berlino il portavoce del ministero
delle Finanze, Torsten Albig, ha affermato che la scelta del Governo ha
come obiettivo di lanciare «un segnale forte». Albig ha respinto l'idea
che si tratti di una naziona-lizzazione, tema delicato in Germania: «Ci
assumiamo le nostre responsabilità», ha spiegato, nel «preparare il
terreno per una nuova Commerzbank».
L'obiettivo è di permettere «a
una delle grandi banche tedesche di riposizionarsi con successo e in
modo competitivo, nonostante la crisi finanziaria», ha aggiunto il
portavoce. L'acquisizione di una quota del 25% più un'azione nella
nuova Commerzbank dà al Governo federale una minoranza di blocco nel
nuovo istituto di credito.
L'annuncio è giunto a sorpresa. Da
giorni circolavano voci che Commerzbank volesse lanciare la prima
obbligazione garantita dallo Stato – annunciata poi ieri mattina e del
valore di cinque miliardi- ,ma l'ideadi una nazionalizzazione seppur
parziale non era emersa. In realtà,l'operazione è nata nei giorni
scorsi in tutta velocità.
Dietro alla scelta si nasconde
l'aggravarsi della crisi finanziaria. Da un lato la situazione di molte
banche europee è peggiorata nel quarto trimestre del 2008, sulla scia
del fallimento di Lehman Brothers. Nuove probabili svalutazioni hanno
indotto Commerzbank in novembre a rivedere l'accordo con Dresdner Bank
anticipando la fusione all'inizio di quest'anno.
Il secondo
avvenimento è giunto a metà dicembre con l'annuncio da parte di alcune
agenzie di rating di una revisione della metodologia con la quale
valutano molti strumenti finanziari, tra cui le obbligazioni
cartolarizzate. Questa scelta ha fatto presagire ai banchieri europei
nuovee più dolorose svalutazioni.
In poche settimane la situazione
è quindi drammaticamente mutata per Commerzbank e per Allianz, il
gruppo assicurativo che sta vendendo Dresdner Bank alla banca
presieduta da Blessing. Due giorni fa i rappresentanti delle tre
società si sono quindi recati a Berlino per discutere con le autorità
di governo e di vigilanza.
In un primo tempo, Commerzbank puntava
su un aiuto di cinque miliardi di euro. È stato il Governo a
raddoppiare l'offerta. Dopo una notte di riflessione, Blessing ha
accettato la proposta governativa. Agli occhi sia della banca che
dell'Esecutivo il piano permette di rafforzare in modo pressoché
definitivo il Tier 1 del nuovo istituto ed evitare, così sperano, nuove
richieste di aiuti. Al completamento dell'operazione parteciperà anche
Allianz che rafforzerà il capitale di Dresdner Bank con un nuovo
investimento per 1,45 miliardi.La compagnia assicurativa avrà una quota
del 14% nella nuova banca, anziché del 18% come annunciato
precedentemente.
Ieri il mercato ha bocciato la parziale
nazionalizzazione: Commerzbank ha chiuso in ribasso del 13,79% a 5,25
euro. La prospettiva di una nuova iniezione di capitale pubblico «non
piace agli investitori – ha detto Konrad Becker, analista di Merck
Finck – perché questi prestiti andranno un giorno rimborsati».
Commerzbank ha già goduto in novembre di una partecipazione silenziosa
di 8,2 miliardi, su cui pesa una commissione del 9%.
In un mercato
bancario tedesco già oggi in gran parte pubblico, l'operazione
annunciata ieri può sembrare a molti il tentativo di rafforzare
ulteriormente il settore finanziario nazionale. Il sospetto è
legittimo, anche se la Storia offre per certi versi qualche
rassicurazione. Già nel 1932, sulla scia della crisi del 1929,
Commerzbank era stata parzialmente nazionalizzata, ma per tornare in
mano privata rapidamente, nel 1937.
B.R.