La nuova Unione Europea ha preso il via il 1° dicembre dell’anno scorso con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, nel segno della Germania. Sì, perché l’assenza stridente di tedeschi tra i grandi nomi a Bruxelles nasconde in realtà una crescente influenza di Berlino nella capitale comunitaria. Nelle ultime settimane, la Germania è riuscita a sistemare un certo numero di persone fidate in posti chiave, poco noti al grande pubblico ma molto influenti. Rimane da capire se ciò è avvenuto per il bene dell’Unione, con l’intenzione di infondere uno spirito comunitario che in passato la Repubblica Federale ha sempre difeso, o solo per promuovere gli interessi tedeschi negli affari europei. Cominciamo dal nuovo presidente dell’Unione: è noto che Herman Van Rompuy, è stato sostenuto dal cancelliere Angela Merkel (nella foto i due durante un recente incontro). L’uomo politico belga è un democristiano, diplomatico e astuto, forse meno malleabile di quanto non appaia a prima vista ma certamente poco propenso alle posizioni troppo controverse e ai colpi di testa improvvisi. Qualche giorno fa ha minimizzato il suo ruolo: "Nel mio precedente lavoro di primo ministro del Belgio ero solito dire di avere una funzione importante, ma di non considerarmi importante. Non è falsa modestia".
Più interessanti ancora sono le altre nomine. Tra un anno e mezzo il nuovo segretario generale del Consiglio sarà l’attuale consigliere diplomatico della signora Merkel, Uwe Corsepius. Il ruolo è cruciale nel gestire l’agenda dei lavori governativi a Bruxelles. Alla Commissione, la Germania può contare su Günther Oettinger che ha strappato l’importante portafoglio dell’energia, e su tre capi di gabinetto: Johannes Laitenberger, che guida l'ufficio del presidente José Manuel Barroso; Jochen Richter, a fianco della responsabile degli aiuti allo sviluppo Rumiana Jeleva; e Michael Köhler, braccio destro dello stesso Oettinger. Tutti e tre, secondo la stampa tedesca, sono membri del partito democristiano della signora Merkel. Al Parlamento Europeo, segretario generale è anch’egli un tedesco, Klaus Welle. Tra le prime decisioni di Van Rompuy vi è quella di riunire i capi di stato e di governo senza la tradizionale corte di ministri e consiglieri. La scelta sarebbe stata suggerita dal cancelliere. Di solito la signora Merkel conosce i dossiers a mena dito, meglio di molti suoi omologhi europei. Per lei rimanere da sola nella grande sala del Consiglio europeo non è un problema, anzi è probabilmente un vantaggio.
P.S. del 9 febbraio 2010:
Da quando ho scritto questo breve articolo sono intervenuti fatti nuovi. Prima di tutto Rumiana Jeleva ha preferito ritirarsi, incappata in uno scandalo finanziario. E’ stata sostituita da un’altra signora bulgara: Kristalina Georgieva. Quest’ultima avrà anch’essa un capo di gabinetto tedesco, come Günther Oettinger e José Manuel Barroso. Infine, è emerso che un quarto commissario è destinato ad avere un braccio destro tedesco: è la lussemburghese Viviane Reding, responsabile per la Giustizia.
B.R.