Nelle città tedesche le case sono a grandi linee di due tipi: Altbau o Neubau. Le prime sono state costruite prima della guerra; le seconde dopo. Nelle grandi città, prese di mira dai bombardamenti alleati, prevalgono spesso gli edifici costruiti dopo il conflitto. In certi casi il profilo delle città è cambiato anche per via di particolari scelte urbanistiche: alcuni quartieri sono stati rifatti completamente anche se gli edifici non erano rimasti danneggiati. Mi è capitato in questi anni di scoprire nelle cantine delle case più vecchie, alcuni ricordi della guerra, come per esempio l’indicazione sbiadita di un sottoscala utilizzato per ripararsi dai bombardamenti. Mai mi era capitato di visitare una casa ancora dotata a quasi 70 anni dalla fine della guerra di un vero e proprio rifugio, rimasto sorprendentemente intatto. E’ successo dopo che una coppia di amici ha acquistato nel quartiere di Bockenheim, a Francoforte, una villa costruita nel 1938. I nuovi proprietari mi hanno fatto visitare la casa, compresa la cantina, e permesso di dare un’occhiata ai documenti relativi alla sua costruzione. E’ stato uno straordinario viaggio nel passato. Cominciamo dai documenti, in parte scritti in carattere gotico. Uno di questi è emesso dalla Baupolizei, gli ispettori edilizi della città di Francoforte. Datata del 1938, l’anno precedente l’inizio del conflitto e mentre la Germania di Hitler occupava l’Austria, la dichiarazione del comune stabilisce nei minimi dettagli le norme da seguire per la costruzione obbligatoria di un rifugio antiaereo: le scritte da apporre alle pareti, lo spessore dei muri, la dimensione minima della stanza, alcuni divieti, come per esempio il passaggio di eventuali tubature.
Dal documento si scopre che fin dal 1937 una legge del Terzo Reich imponeva ai nuovi edifici di avere un proprio bunker. Ormai la Germania si preparava alla guerra. L’uso del ferro – ai tempi riservato tendenzialmente alla fabbricazione di carri armati e aerei caccia – doveva essere limitato, tanto che l’architetto incaricato della costruzione della casa di Bockenheim dichiarò alle autorità di avere utilizzato non più di 3,79 tonnellate di ferro per una villa di 1.157 metri cubi. A sorpresa il rifugio della casa, situato in cantina, è rimasto così com’era stato costruito quasi 80 anni fa. Superata una prima pesante porta in metallo (costruita dalla Mannesmann-Röhrerwerke “secondo le norme vigenti”) si entra in una specie di stanza di compensazione per proteggere gli occupanti da eventuali attacchi con gas. Un’altra porta simile con su scritto Rifugio per 15 persone conduce al bunker vero e proprio, un locale di tre metri per sette, alto circa due. Sulla parete è ancora visibile la scritta: Vietato fumare! Sedersi Rimanere calmi! La stanza non ha finestre, se non un piccolo portello, a raso del soffitto, dal quale è possibile uscire dopo avere aperto ben tre porticine, tutte di metallo. Senza essere claustrofobico, il locale non lascia indifferenti. Ci si chiede inevitabilmente come mai i proprietari precedenti abbiano deciso di lasciarlo inalterato per tutti questi anni. Un’ultima informazione. Nella documentazione della casa di Bockenheim si scopre che subito dopo la guerra il governo federale aveva imposto una nuova tassa: la Lastenausgleichsverpflichtung, letteralmente l'obbligo di perequazione degli oneri. L'imposta gravava su coloro che non avevano subito danni dalle bombe e doveva servire a finanziare la ricostruzione del paese. Un bel esempio di solidarietà tedesca, che ricorda peraltro la Solidaritätszuschlag, l'imposta di solidarietà, la tassa nata nel 1991 per facilitare l’unificazione.