FRANCOFORTE – Ci sono circostanze nella storia di un paese in cui un governo è costretto a fare il commesso viaggiatore. La Grecia ha appena scritto a Deutsche Telekom per offrire al gruppo tedesco il 10% di Ote, la società telefonica nazionale. La Spagna invece ha inaugurato un'incredibile campagna-vendita di abitazioni e appartamenti.
Il tour organizzato dal ministero spagnolo dello Sviluppo è fuori dal comune. Così come fuori dal comune sono le drammatiche conseguenze della bolla immobiliare scoppiata nel 2008-2009. La Spagna conta quasi 700mila abitazioni e appartamenti rimasti desolantemente vuoti. Costruiti durante il boom, oggi non hanno acquirenti.
Rappresentanti del governo spagnolo hanno già incontrato potenziali investitori – banche, fondi, società immobiliari – a Londra, Amsterdam e Parigi. Martedì saranno a Francoforte. Poi toccherà a Mosca e a Stoccolma. Il messaggio del ministro dello Sviluppo José Blanco è uno solo: i prezzi hanno toccato il fondo ed «è il momento migliore per investire».
Da Madrid Eva Santiago, una portavoce del ministero, precisa: «Il nostro obiettivo è di spiegare bene quale è la reale situazione del mercato immobiliare, dando dettagli sull'andamento dei prezzi regione per regione. Il 60% delle 680mila abitazioni rimaste invendute è residenza di villeggiatura. Il primo responso degli investitori è positivo».
A Parigi, dove la presentazione agli investitori si è svolta giovedì, erano presenti circa venti società. In media, secondo i dati del governo spagnolo, i prezzi delle proprietà immobiliari sono scesi del 15% rispetto ai picchi. In alcuni casi, come a Marbella, il crollo è stato del 40%. Nei comuni con più di 25mila abitanti il calo è stato del 25%.
Ormai nei paesi in crisi debitoria privatizzare e vendere è all'ordine del giorno pur di evitare il tracollo. Chissà se la crisi sotto sotto non stia facilitando paradossalmente un'integrazione sempre maggiore tra i paesi europei? In Spagna gli acquisti immobiliari da parte di residenti stranieri sono aumentati nel 2010 del 21% rispetto al 2009.
B.R.