Il rapporto con gli Stati Uniti – Cosa significa per l’Italia il voto tedesco

Hanno una valenza tutta italiana le storiche elezioni legislative che si svolgono domani in Germania. Non mi riferisco tanto all’impatto che potranno avere sul futuro dell’Europa o sull’andamento dei legami economici tra i due paesi.

Mi riferisco in realtà al futuro rapporto con gli Stati Uniti.

Nel 2012 Niall Ferguson pubblicò un libro intitolato The West and the Rest nel quale lo storico inglese raccontava del declino dell’Occidente, rispetto a una Asia in ascesa. Oggi a un decennio di distanza stiamo assistendo alla spaccatura dell’Occidente.

Le scelte politiche del nuovo presidente americano Donald Trump sono “una rivoluzione”, spiegava qualche giorno fa un diplomatico europeo. Stanno rivedendo drasticamente gli equilibri degli ultimi decenni. Gli Stati Uniti stanno ribaltando l’ordine internazionale e girando le spalle agli alleati europei. Il destino stesso della Nato è in forse.

Due paesi dell’Europa occidentale soffrono più di altri di questo sconvolgimento, e sono appunto la Germania e l’Italia, ossia i perdenti della Seconda guerra mondiale.

Dopo il conflitto entrambi accettarono bon gré mal gré la presenza di truppe americane sul proprio territorio, in difesa del fronte orientale durante la Guerra Fredda. Nei fatti acconsentirono a una sovranità ridotta – tra le altre cose c’è chi ricorderà in Italia l’incidente del Cermis del 1998 e in Germania la scoperta nel 2013 di una sorveglianza a tappeto delle istituzioni tedesche da parte delle autorità americane.

Ancora oggi, secondo il Dipartimento alla Difesa, ci sono in Italia 7 basi americane e 12.319 soldati. In Germania le basi sono 13, i soldati 34.894. Quando abitavo a Francoforte 15 anni fa la radio in inglese delle forze armate americane di stanza a Wiesbaden era talmente potente da sovrapporsi ai canali locali.

Friedrich Merz, 69 anni, durante la campagna elettorale Fonte: KAY NIETFELD – DPA

Più di altri i due paesi hanno goduto dello scambio implicito deciso alla fine della guerra: gli americani si sarebbero occupati della sicurezza, consentendo agli europei di finanziare il welfare state. Non per altro entrambi i paesi hanno speso ben poco per la difesa in questo ultimo mezzo secolo.

Per anni il maggiore partner commerciale della Germania fu la Francia, poi la Cina. Nel 2024 per la prima volta dal 2015 sono gli Stati Uniti, con un interscambio di 252,8 miliardi di euro.

L’import dagli Stati Uniti è sceso l’anno scorso del 3,4% annuo, l’export dalla Germania è salito del 2,2%. L’attivo di bilancio è tedesco, e ammonta a 70 miliardi di euro.

Sul versante italiano, l’Italia è la meta dell’Unione europea più apprezzata dai turisti americani, secondo la Camera di Commercio Americana a Bruxelles. Nel 2023, oltre il 10% dell’export italiano è andato negli Stati Uniti. L’export di beni dall’Italia all’America è salito da 61 miliardi di dollari nel 2021 a 72,9 miliardi di dollari nel 2023.

Mentre gli ultimi avvenimenti rimettono in discussione l’ordine internazionale dell’ultimo mezzo secolo, sia la Germania che l’Italia sono terribilmente combattute tra lealtà europea e fedeltà americana – i legami politici di Giorgia Meloni con Donald Trump aggiungono un non banale tocco personale al dilemma.

Torno al voto di domani. Secondo gli ultimi sondaggi, cancelliere dovrebbe diventare il democristiano Friedrich Merz. Almeno a parole, e in attesa della coalizione che governerà il paese, quest’ultimo si è detto pronto a rivedere il suo rapporto con gli Stati Uniti.

“Dobbiamo essere preparati al fatto che Donald Trump non accetterà più pienamente la promessa di assistenza prevista dal trattato della Nato”, ha spiegato l’uomo politico nei giorni scorsi.

Il leader tedesco ha invitato gli europei a “fare ogni sforzo per essere almeno in grado di difendere il continente da soli”, proponendo di discutere con Londra e Parigi “se la condivisione nucleare, o almeno la sicurezza nucleare da parte del Regno Unito e della Francia, possa applicarsi anche a noi”.

Sorprendenti parole per un tedesco. Al di là dei rapporti intessuti dopo la guerra, le relazioni tra Germania e Stati Uniti sono profonde: economiche e politiche, ma anche culturali e sociali.

Se veramente dopo il voto di domani la Repubblica Federale dovesse rivedere radicalmente il suo storico rapporto con Washington, l’Italia sarà chiamata anch’essa in un senso o nell’altro a scelte difficili.

  • habsb |

    1° Trump non ha abbandonato l’Europa nel suo primo mandato, non si vede perché lo farebbe oggi
    2° E’ invece impegnato a bloccare l’emorragia di denaro pubblico ingoiato dal pozzo senza fondo delle spese militari su tutto il pianeta, concentrandosi sui teatri più critici, dove esiste una vera minaccia agli interessi USA, come a Taiwan o Israele. In Europa, nessuno minaccia gli interessi USA
    3° E’ difficile prevedere l’esito delle elezioni tedesche nel quadro attuale di grande incertezza ma è possibile che le scelte discutibili di Scholz vengano duramente sanzionate. Le difficoltà dell’industria conseguenti all’esplosione dei prezzi dell’energia, e i problemi quotidiani di sicurezza aggravati da un’immigrazione incontrollatasono abbastanza gravi da provocare una netta sterzata a destra dell’elettorato
    4° Non sono certo Merz o Weidel che si allontaneranno dagli USA di Trump e Musk

  Post Precedente