Si potrebbe pensare che gli enti locali siano preparati a rispondere ai quesiti amministrativi, anche quelli provenienti da Bruxelles. Ebbene no, se è vero che il ministero degli Affari Esteri ha voluto preparare un vademecum per le amministrazioni pubbliche italiane con il quale gestire e sperabilmente risolvere i casi di infrazione alle regole comunitarie. Il documento di 32 pagine è una miniera di informazioni e suggerimenti, alcuni dei quali tanto sorprendenti quanto divertenti. Tra i consigli anche quelli redazionali. La Farnesina suggerisce agli enti locali di non “eludere le domande”, “di rispondere punto per punto seguendo l’ordine della Commissione europea, in forma chiara e concisa”, e di “evitare continui rimandi a documentazioni integrative da trasmettersi successivamente”. I consigli riguardano anche la stessa redazione delle missive che un ente locale è chiamato a mandare a Bruxelles per rispondere a eventuali lettere di messa in mora. Nel suo, nel suo Manuale di risposta alle infrazioni UE, la Farnesina suggerisce di “utilizzare un carattere chiaro e semplice, di grandezza tale da facilitare la lettura (tra 12 e 14), di scrivere frasi chiare e possibilmente brevi (…) che eviti le subordinate e le interiezioni”, di “ordinare la risposta chiaramente in paragrafi; di “evitare (…) di sommergere il lettore con documenti di dubbia utilità”, e infine di “evitare sempre e comunque inutili sforzi di comprensione al destinatario finale”. Per un qualsiasi cittadino che ha a che fare con la burocrazia italiana, i suggerimenti del ministero degli Esteri non sorprendono, ma lasciano intendere che molte delle lettere scambiate finora tra l’Italia e Bruxelles siano state confuse e controproducenti. Non si può escludere poi che dietro alla scelta del governo ci sia anche un interesse economico. Nel caso di multa, a pagare è lo Stato, non l’ente locale eventualmente responsabile della violazione delle regole comunitarie. Si può capire che la Farnesina voglia migliorare la comunicazione con Bruxelles. Nel merito, le ultime statistiche sono positive. Il numero di procedure di infrazione contro l’Italia è sceso da 181 nel settembre 2008 a 70 nel dicembre 2016. Il paese è 21mo su 28. Ma fa meglio di molti: la Germania conta oggi 91 procedure, la Spagna 90, la Francia 77. Tra i grandi paesi solo il Regno Unito, che ha deciso di lasciare l’Unione (sigh..), è più ligio alle regole comunitarie, con 55 procedure aperte. Un’ultima annotazione: il vademecum termina con “Buon lavoro a tutti!”. Formale, o anche ironico?
(Nella foto, la copertina del manuale di stile preparato dalla Farnesina)
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