Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha pronunciato ieri mattina a Strasburgo l’annuale discorso sullo Stato dell’Unione, il secondo da quando guida l’esecutivo comunitario. L’esercizio è durato oltre 45 minuti, ed è giunto mentre l’Unione è in una situazione “drammatica”, secondo l’espressione senza peli sulla lingua di un alto funzionario europeo, dopo che la Gran Bretagna ha annunciato il clamoroso desiderio di voler uscire dalla UE. Mai come oggi il rischio di disintegrazione si tocca con mano. Chi ha scritto il discorso di JC Juncker ha inserito qua e là dati interessanti, aneddoti curiosi, informazioni originali. Qui di seguito una breve selezione. In alcuni casi, i dati sono impietosi, anche preoccupanti. In altri offrono una impensabile visione positiva dell’Europa.
All’ultimo G-20 in Cina, l’Europa occupava sette posti intorno al tavolo. “Nonostante una grande presenza, vi erano più domande di quanto non avessimo noi risposte comuni da offrire”.
Nel mondo attualmente sono in corso 40 conflitti armati. Provocano ogni anno 170mila morti. l’Europa ha appena compiuto 70 anni di pace.
L’Unione ha negoziato o sta negoziando accordi commerciali con 140 partner in giro per il mondo.
Per ogni miliardo di euro incassato grazie al nostro export, 14mila nuovi posti di lavoro sono creati in giro per l’Europa. Oggi 30 milioni di posti di lavoro (uno su sette) dipendono dalle esportazioni europee nel resto del mondo.
Il valore di mercato di Apple è superiore al valore del prodotto interno lordo di 165 paesi nel mondo.
Il governo degli Stati Uniti impone ai prodotti siderurgici cinesi tariffe all’importazione pari al 265% del prezzo. “Ma qui in Europa alcuni governi hanno insistito perché riducessimo le nostre tariffe sull’acciaio cinese”.
Nella zona euro, i governi hanno potuto dall’inizio di quest’anno risparmiare 50 miliardi di euro nel servizio del debito pubblico grazie ai bassi tassi d’interesse della Banca centrale europea.
Nel 2009, in media i deficit pubblici erano al 6,3% del prodotto interno lordo. Oggi sono in media sotto al 2,0% del prodotto interno lordo.
Negli ultimi tre anni, otto milioni di persone hanno trovato un nuovo posto di lavoro nell’Unione. Solo in Spagna, la cifra è di un milione.
Grazie al nuovo Fondo europeo per gli investimenti strategici (EFSI), nato nel 2015, oltre 200mila piccole imprese hanno ricevuto un prestito. Oltre 100mila persone hanno ottenuto un nuovo lavoro.
Più di 9 milioni di giovani hanno beneficiato negli ultimi tre anni del Progetto Garanzia Giovani, ottenendo un lavoro, un periodo di apprendistato o uno stage.
La parola “solidarietà” è menzionata 16 volte nei Trattati. Non sempre questa è messa in pratica, ma vi sono casi in cui la solidarietà europea è ormai data colpevolmente per scontata. Di recente, “quando incendi sono scoppiati in Portogallo, a spegnere le fiamme sono stati aerei italiani. Quando allagamenti hanno provocato interruzioni della corrente elettrica in Romania a riaccendere la luce furono centrali in Svezia. Quando migliaia di rifugiati sono arrivati sulle costre greche, a garantire loro una protezione furono tende inviate dalla Slovacchia”.
Dagli attentati di Madrid del 2004, vi sono stati in Europa più di 30 attentati terroristici – 14 solo nell’ultimo anno. Oltre 600 vittime innocenti sono morte in città quali Parigi, Bruxelles, Nizza o Ansbach.
L’unità di controterrorismo dell’Unione conta 60 dipendenti.
“Gli europei rappresentano oggi l’8% della popolazione mondiale. Nel 2050, saranno il 5%”.
“Nell’ultimo decennio, l’Europa ha partecipato ad oltre 30 missioni civili o militari, dall’Africa all’Afghanistan”.
“La mancanza di cooperazione nelle questioni di difesa costa all’Europa tra i 25 e i 100 miliardi di euro all’anno, a seconda del settore. Potremmo usare questo denaro per molto altro. E’ possibile. Stiamo costruendo una flotta multinazionale di aerei-cisterna. Possiamo replicare questo esempio”.
Dall’inizio del mandato, vale a dire dal novembre del 2014, i 28 membri della Commissione Juncker hanno compiuto oltre 350 visite nei parlamenti nazionali.
(Nella foto, Jean-Claude Juncker, 61 anni, ieri nell’aula del Parlamento europeo a Strasburgo)
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