Ora che i greci hanno votato, respingendo secondo i primi risultati l’accordo proposto dai creditori internazionali alla fine di giugno, i paesi dell’unione monetaria dovranno inevitabilmente fare un esame di coscienza sullo sconquasso greco. Prima di tutto, sarà necessario capire perché la crisi in Grecia è giunta fino al parossismo di ieri sera. In secondo luogo, i partner della zona euro dovranno chiedersi se e come modificare un assetto istituzionale che ha mostrato i suoi limiti. In queste settimane, il dibattito è stato a senso unico. Per alcuni, gli errori sono stati solo della Troika. Per altri, solo della Grecia. Più giusto è ammettere che errori sono stati compiuti su entrambi i fronti. I memorandum negoziati tra Atene e Bruxelles nel 2010 e poi nel 2011 potevano essere migliori, ma avevano due risvolti: risanamento finanziario e riforme economiche. Se i due programmi economici hanno fallito è perché sono stati applicati a metà: non è stata fatta quella modernizzazione dell’economia che avrebbe forse compensato o giustificato i tagli alla spesa. La Grecia non ha sufficientemente liberalizzato l’economia, lottato contro l’evasione fiscale, scalfito le corporazioni, combattuto il clientelismo. Si è limitata colpevolmente a raggiungere severi obiettivi di bilancio, riducendo salari, pensioni e funzionari. Dal canto loro, quando hanno capito che sulle riforme non vi erano progressi, i creditori – rappresentati dalla Banca centrale europea, dal Fondo monetario internazionale e dalla Commissione europea – si sono incaponiti sul risanamento. Notava sconsolato ieri sera un alto responsabile comunitario: “L’Europa interviene sui saldi perché deve rispettare la sovranità nazionale (…) Indica obiettivi, ma lascia libertà di azione a livello locale”. In questo senso, il caso greco mostra come l’attuale assetto confederale della zona euro abbia raggiunto i limiti nella gestione della crisi greca, e probabilmente nella gestione della più ampia crisi europea, meno grave di quella che colpisce la Grecia, ma altrettanto minacciosa. Solo un volano federale europeo potrà consentire un rilancio dell’economia; la lotta alla disoccupazione; e in ultima analisi il contrasto agli estremismi politici. Più in generale, anche alla luce del referendum greco di ieri, è emerso chiaramente che lo spazio della democrazia, rimasto in questi anni nazionale nonostante l’aumento dell’integrazione tra i 19 paesi membri della zona euro, non è più coerente con le decisioni di politica economica, ormai prese a un livello soprannazionale. Questa dicotomia ha provocato uno strappo in Grecia, ma potrebbe minacciare altri stati membri nei prossimi anni. Da oggi, i paesi della zona euro dovranno riflettere su come rafforzare l’integrazione e ridurre la forbice tra democrazia nazionale e politiche europee. La crisi greca dovrebbe incitare ad andare in questa direzione, senonché ha anche provocato tra i paesi della zona euro una sfiducia reciproca e un ripiego nazionale che renderanno la strada ardua.
Indica un intervallo di date:
Segui anche su
Commenti Recenti
I Nostri Blog
Le regole della Community
Il Sole 24 ORE incoraggia i lettori al dibattito ed al libero scambio di opinioni sugli argomenti oggetto di discussione nei nostri articoli. I commenti non devono necessariamente rispettare la visione editoriale de Il Sole 24 ORE ma la redazione si riserva il diritto di non pubblicare interventi che per stile, linguaggio e toni possano essere considerati non idonei allo spirito della discussione, contrari al buon gusto ed in grado di offendere la sensibilità degli altri utenti. Non verranno peraltro pubblicati contributi in qualsiasi modo diffamatori, razzisti, ingiuriosi, osceni, lesivi della privacy di terzi e delle norme del diritto d'autore, messaggi commerciali o promozionali, propaganda politica.
Finalità del trattamento dei dati personali
I dati conferiti per postare un commento sono limitati al nome e all'indirizzo e-mail. I dati sono obbligatori al fine di autorizzare la pubblicazione del commento e non saranno pubblicati insieme al commento salvo esplicita indicazione da parte dell'utente. Il Sole 24 ORE si riserva di rilevare e conservare i dati identificativi, la data, l'ora e indirizzo IP del computer da cui vengono pubblicati i commenti al fine di consegnarli, dietro richiesta, alle autorità competenti. Ogni ulteriore diffusione dei dati anagrafici dell’utente e di quelli rilevabili dai commenti postati deve intendersi direttamente attribuita alla iniziativa dell'utente medesimo, nessuna altra ipotesi di trasmissione o diffusione degli stessi è, dunque, prevista.
Tutti i diritti di utilizzazione economica previsti dalla legge n. 633/1941 sui testi da Lei concepiti ed elaborati ed a noi inviati per la pubblicazione, vengono da Lei ceduti in via esclusiva e definitiva alla nostra società, che avrà pertanto ogni più ampio diritto di utilizzare detti testi, ivi compreso - a titolo esemplificativo - il diritto di riprodurre, pubblicare, diffondere a mezzo stampa e/o con ogni altro tipo di supporto o mezzo e comunque in ogni forma o modo, anche se attualmente non esistenti, sui propri mezzi, nonché di cedere a terzi tali diritti, senza corrispettivo in Suo favore.