L’instabilità politica nel Mediterraneo – dalla Siria alla Libia, dai Balcani all’Egitto – ha provocato un forte aumento dell’immigrazione clandestina negli ultimi due anni. Il numero di naufragi è proporzionale a questa tendenza, tanto da spingere i governi dell’Unione a triplicare le risorse finanziarie a favore di Triton, l’operazione europea di controllo delle frontiere nel Mediterraneo centrale. Secondo Frontex, l’agenzia europea che coordina il lavoro dei paesi membri nel monitorare i confini dell’Unione, il numero di attraversamenti illegali sono saliti ovunque nel 2014, rispetto al 2013. Del 277% nel Mediterraneo centrale, del 104% nel Mediterraneo orientale, del 193% nella regione del Mar Nero, dell’87% nei Balcani occidentali. Diminuzioni vi sono state soltanto nelle provenienze illegali dall’Africa occidentale, via il Marocco e la Spagna (-13%), e via terra dall’Europa orientale (-14%). Tra il gennaio e il dicembre del 2014, gli attraversamenti illegali sono stati 276.113, rispetto ai 106.349 nello stesso periodo dell’anno precedente. A tutta prima potremmo pensare che gli immigrati clandestini siano libici o siriani, egiziani o irakiani. In parte sì, naturalmente. Scappano dal loro paese in preda allo sconquasso politico o alla guerra civile. In realtà, non sono soli. Secondo una ricerca della Commissione europea, il vuoto politico in alcuni paesi dell’area mediterranea incentiva l’arrivo di molte persone provenienti da più lontano. In Libia, per compiere l’attraversamento del Mediterraneo, giungono persone dal Mali, dal Niger, dal Sudan, dall’Eritrea. Fanno scalo a Sabha e poi salpano da Tripoli o Benghazi alla volta dell’Europa. Arrivati in Italia, risalgono la penisola per raggiungere la Germania o la Svezia. Altri passano dalla Guinea, dalla Costa d’Avorio, dal Senegal, attraversano il Marocco e l’Algeria, e raggiungono la Spagna. C’è chi giunge dall’Afghanistan, e attraversando l’Irak e la Siria, arriva in Turchia – a Mersin o a Istanbul – e quindi attraversa i Balcani per arrivare in Grecia o in Italia. Non è un caso naturalmente se i dirigenti europei mettono l’accento sul fatto che rafforzare Triton rischi di essere insufficiente. Le cause dell’immigrazione clandestina sono nelle crisi economiche e politiche in Medio Oriente e in Africa. Non per altro, l’Unione europea ha deciso di organizzare a Malta nei prossimi mesi un vertice con l’Unione africana. Questa settimana, in preparazione di questo incontro, il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha incontrato qui a Bruxelles il presidente della Commissione dell’Unione africana, Nkosazana Dlamini-Zuma.
(Nella foto, la signora Nkosazana Dlamini-Zuma con Jean-Claude Juncker il 22 aprile 2015 a Bruxelles)