Se ormai la questione dell’immigrazione clandestina è diventata un problema europeo – e non solo italiano o maltese, spagnolo o greco – è perché l’aumento delle domande di asilo in Europa è cresciuto tantissimo in questi ultimi anni. Secondo gli ultimi dati pubblicati da Eurostat, il numero di persone che hanno chiesto asilo in uno dei paesi dell’Unione è salito a 626mila nel 2014, con un balzo del 44% rispetto al 2013. L’incremento negli ultimi anni è stato graduale, ma continuo: il numero di richiedenti era di 250mila nel 2010 e di 300mila nel 2011. Ormai, una persona su tre chiede ospitalità alla Germania: 202.645 in tutto l’anno scorso. Seguono in ordine di importanza la Svezia e la Francia. Rispetto al 2013, l’Italia ha registrato un aumento impressionante delle domande d’asilo, con un incremento del 143% rispetto a due anni fa (per un totale di 64.625 richieste, a sorpresa più della Francia). L’aumento in Germania e in Svezia è stato meno importante, del 60 e del 50% rispettivamente. Rispetto alla popolazione nazionale, i paesi che registrano il maggior numero di domande sono la Svezia, l’Ungheria, l’Austria, Malta, la Danimarca e la Germania.Sempre secondo Eurostat, i principali gruppi nazionali a chiedere asilo sono i siriani (12.800), gli afghani (41.300) e i kosovari (37.900). In alcuni paesi, chi domanda l’accoglienza viene spesso da un solo paese: a Cipro e in Bulgaria, il 57% e 56% dei richiedenti l’asilo sono originari della Siria; in Ungheria, il 50% giunge dal Kosovo; in Polonia, il 50% proviene dalla Russia. Considerando i 28 paesi dell’Unione, nel 2014 il 45% delle decisioni di prima istanza sulla richiesta di asilo è stato positivo (162.770 su 359.795). La Germania ha dato il suo benestare a 40.560 richieste su 97.275 decisioni; l’Italia a 20.580 su 35.180. I dati offrono una spaccato interessante della situazione nel Mediterraneo, e spiegano molte delle recenti tendenze politiche nell’Unione. Per anni, i paesi del Nord hanno considerato la frontiera meridionale un problema del Sud dell’Europa. Oggi non è più così. L’aumento dei richiedenti asilo al Nord sta provocando nervosismo in molti paesi, a iniziare dalla Germania, fino a scuotere lo scenario politico in un contesto economico e sociale molto incerto. Nella Repubblica Federale, il movimento anti-immigrati Pegida continua a riunire migliaia di manifestanti a Dresda. In Italia, la Lega Nord è ormai il principale partito di opposizione. In Francia, il Fronte Nazionale minaccia la supremazia dei partiti tradizionali. Più in generale, l’incertezza economica associata a una forte presenza straniera sta rafforzando le file degli astenzionisti in molti paesi. Se il governo tedesco considera lo sconquasso libico con crescente preoccupazione o se aspetta con impazienza le nuove linee-guida della Commissione europea nel campo dell’immigrazione, è anche perché ormai teme dal Maghreb l’arrivo in Germania di centinaia, se non di migliaia di nuovi profughi. Una ultima annotazione: dei grandi paesi europei, l’unico ad avere registrato nel 2014 un calo del numero dei richiedenti asilo è stato la Francia, con una diminuzione del 5%.
(Nella foto, Marine Le Pen, il leader del Fronte Nazionale, durante un incontro con la stampa domenica 22 marzo mentre in Francia si teneva il primo turno delle elezioni regionali)