BRUXELLES – Proseguirà la prossima settimana il tentativo della Commissione Ue di rafforzare la lotta all'evasione fiscale. L'esecutivo comunitario discuterà mercoledì un progetto di direttiva che dovrebbe rafforzare lo scambio di informazioni tra i Paesi membri, ampliando lo spettro d'azione di norme già esistenti. Intanto, il commissario al Fisco Algirdas Semeta visiterà nei prossimi giorni la Svizzera per intavolare le trattative su un nuovo accordo fiscale con Berna.
L'obiettivo, spiega la Commissione in un documento di lavoro
allegato al nuovo progetto legislativo, è di far sì che «l'Unione
mantenga la leadership nella tendenza internazionale verso un automatico
scambio di informazioni bancarie così come discusso nel G-20 e nel
G-8». L'iniziativa dovrebbe consentire all'Europa di dotarsi rapidamente
di un sistema simile al Facta americano (Foreign Account Tax Compliance
Act), un'idea fatta propria da cinque grandi paesi europei (tra cui
l'Italia).
Nello specifico, il progetto di direttiva estende il
principio dello scambio automatico di informazioni a nuovi redditi, tra i
quali dividendi, guadagni di capitale, saldi di conto correnti,
royalties e altri guadagni finanziari. Il tentativo della Commissione è
di completare il mercato unico anche in campo fiscale, in mancanza di
una armonizzazione delle imposte. La nuova iniziativa va a inserirsi in
un contesto in cui sono già numerosi gli strumenti legislativi oggi in
vigore o in discussione in Europa.
La direttiva risparmio del 2005
prevede lo scambio di informazioni sui redditi da interessi. Il
Lussemburgo, che ha finora goduto di un regime particolare insieme
all'Austria, ha deciso di applicare la norma dal 2015. Entro fine anno,
il Granducato ha poi promesso di dare il suo benestare (necessario
poiché le decisioni devono essere prese all'unanimità) a una revisione
della direttiva che prevede l'estensione dello scambio di dati ad altre
forme di reddito legato all'interesse bancario.
Dal 2015 in poi,
un'altro testo legislativo stabilisce lo scambio di informazioni anche
per il reddito da lavoro, le pensioni, i cachets dei dirigenti
d'impresa, le assicurazioni vita, il reddito da proprietà immobiliari.
In un primo tempo, però, lo scambio dipende esclusivamente dalla
disponibilità dei dati, lasciando ai paesi margine di discrezionalità.
La direttiva prevede che dal 2017 i paesi dovranno obbligatoriamente
scambiare informazioni su almeno tre dei cinque redditi.
Il nuovo
progetto legislativo, richiesto dal consiglio europeo di fine maggio,
prevede alcuni cambiamenti. Introduce nuovi tipi di reddito soggetti
allo scambio di informazioni fin dal 2015 in poi, senza la condizione di
disponibilità. Tra questi: dividendi, guadagni di capitale, saldi di
conto correnti, e altri guadagni finanziari. Stabilisce poi che dal 2017
verrebbero aggiunte le royalties e abrogata la condizione della
disponibilità dei dati per tutti quei redditi ancora soggetti a questa
particolarità.
Il tentativo è di accelerare la nascita di un Facta
europeo. Questo sistema americano prevede la comunicazione alle autorità
americane di tutti i redditi percepiti all'estero dai cittadini degli
Stati Uniti. In un documento preparatorio alla discussione di mercoledì
tra i commissari, la Commissione prevede che nel Consiglio vi sia «ampio
riconoscimento» sulla bontà di questa iniziativa, anche se non esclude
l'opposizione di coloro che vogliono coordinare le scelte europee a
livello internazionale.
Proprio a questo riguardo, Semeta ha in
programma nelle prossime settimane un viaggio in cinque paesi limitrofi –
Svizzera, Andorra, Monaco, Liechtenstein e San Marino – con cui
negozierà nuovi accordi di scambio di informazione. Il Lussemburgo, ma
anche l'Austria, vogliono che le norme europee non siano più restrittive
di quelle prevalenti a livello globale. Il successo della nuova
iniziativa della Commissione dipende tanto dal consenso dei paesi membri
quanto dall'evoluzione internazionale. B.R.