Dieci anni fa, quando Francia e Germania celebrarono i 40 anni del Trattato dell'Eliseo, la realtà nei due paesi era ben diversa di quella che prevale oggi. La Germania era alle prese con un grave rallentamento economico, provocato dall'unificazione tedesca, dal difficile adattamento del paese alle costrizioni imposte dall'unione monetaria, da un Vater Staat, uno stato sociale, invecchiato. A un decennio di distanza, e mentre i due paesi si apprestano a celebrare i 50 anni della loro alleanza, il ruolo si è drammaticamente capovolto. Tocca alla Francia essere in evidente difficoltà economica, mentre la Germania dopo una impegnativa cura dimagrante è tornata a essere il motore dell'economia europea. Al di là delle divergenze economiche, un sondaggio pubblicato questa settimana dall'ambasciata tedesca a Parigi e condotto dalla società IFOP conferma che le differenze tra i due paesi si sono moltiplicate in questi ultimi anni. La cifra piu sorprendente è che appena il 18% dei tedeschi considera la Francia un partner "privilegiato" (da mettere a confronto con il 45% dei francesi che ritiene la Germania un partner "privilegiato") . Il 72% dei tedeschi pensa che il vicino oltre-Reno sia solo un partner tra molti. Il dato riflette da un lato il progressivo indebolimento politico della Francia, e dall'altro la crescente proiezione globale della Germania, fosse solo grazie alle sue esportazioni.
Il 33% dei francesi prova rispetto per la Germania, ma appena il 10% dei
tedeschi ha lo stesso sentimento nei confronti della Francia.
Viceversa, il 65% dei tedeschi ha nei confronti dei vicini francesi una
certa simpatia; solo il 26% dei francesi prova nei confronti dei
tedeschi questo stesso sentimento. Sul fronte economico, la percentuale dei francesi che considera la Germania un rivale è salito dal 7 al 18%. Viceversa, i tedeschi non considerano la Francia una potenza economica. Anzi sono preoccupati dalla sua crescente debolezza e dai rischi che questa tendenza potrebbe provocare nel rapporto franco-tedesco e nel ruolo della Francia in Europa. Nel contempo, è interessante notare che l'85% dei tedeschi continua a considerare il rapporto tra i due paesi paritetico, mentre solo il 59% dei francesi è di questo avviso. La relazione franco-tedesca ha subito una chiara evoluzione in questi ultimi decenni. In un primo tempo è stata segnata dal drammatico ricordo della guerra e dalla necessità della riconciliazione. Gradualmente, la relazione si è affievolita. Nell'insegnamento delle lingue, gli studenti delle superiori nei due paesi hanno iniziato a optare per l'inglese o lo spagnolo, anziché il tedesco o il francese. Gli osservatori hanno iniziato a parlare di Sprachlose Freundschaft, di amicizia senza lingua in comune. Oggi il 26% dei francesi dice di parlare tedesco, il 32% dei tedeschi dice di parlare francese. "Il controllo della lingua è spesso aleatorio – si legge nel sondaggio -. Le persone bilingue sono molto rare nei due paesi". Infine, negli ultimi anni, complice anche la caduta del Muro di Berlino che tra le altre cose ha ridotto per la Francia l'importanza della force de frappe nucleare, la relazione ha perso quel carattere paritetico che per anni era stata la sua principale caratteristica. Non è un aspetto banale. Induce Parigi a un atteggiamento molto cauto sulla possibilità di rafforzare l'integrazione europea e trasferire sovranità dalla periferia al centro, e possiamo anche chiederci se l'indebolimento economico e politico non la spinga a scelte drastiche, come per esempio l'intervento in Mali appena annunciato. Ad alcuni, l'affievolimento del motore franco-tedesco può apparire una tendenza positiva in Europa, che apre la porta a un ruolo crescente degli altri paesi dell'Unione. Per ora, tuttavia, a causa della debolezza dei partner della Germania, sta soprattutto inducendo molti a puntare il dito contro il cosiddetto "diktat tedesco".
(Nella foto, Gerhard Schröder e Jacques Chirac mentre erano ancora al potere)
NB: Dal fronte di Bruxelles (ex GermaniE) è anche su Facebook