Quando a custodire il denaro all’estero sono gli…. svizzeri

Si moltiplicano gli accordi internazionali tra il governo di Berna e i suoi vicini europei. Negli ultimi giorni, la Gran Bretagna e la Germania hanno firmato nuove intese di massima con l'obiettivo di recuperare almeno una parte del gettito fiscale sul denaro custodito illegalmente in Svizzera. Le trattative entrerranno nel vivo nei prossimi mesi. Secondo uno studio di KPMG e Helvea pubblicato all'inizio dell'anno, le banche svizzere gestirebbero attività finanziarie per un totale di circa 4.000 miliardi di franchi svizzeri, di cui la metà proveniente da clienti stranieri. Di questa metà 880 miliardi sarebbero nascosti al fisco del paese di residenza. Circa 220 miliardi provverrebbero dalla Germania, altrettanti dall'Italia e più o meno 115 miliardi dalla Francia. Bundesgrenze La divertente sorpresa è che anche la Svizzera deve fare i conti con l'evasione fiscale. In alcuni articoli pubblicati questa settimana da Die Welt in Germania e dal Handelszeitung in Svizzera, si scopre che non pochi cittadini della Confederazione hanno conti nella Repubblica Federale. A Costanza, Lörrach, Waldshut o Jestetten, nel Land meridionale del Baden-Württenberg, le banche tedesche ospitano molti correntisti svizzeri, alla ricerca di commissioni più basse, tassi d'interesse più generosi e una protezione contro un'imposizione che in Svizzera sulle attività finanziarie è relativamente elevata.


 Non ci sono purtroppo stime ufficiali sul denaro trasferito all'estero dai residenti nella Confederazione. I dati sono quindi solo aneddotici. Nella sola Volksbank Hochrhein i depositi provenienti dalla Svizzera ammontano a 60 milioni di euro, mentre alla locale Sparkasse Hochrhein un terzo del risparmio è svizzero. Finora, non sembra che le autorità elvetiche abbiano prestato particolare attenzione al denaro fuggito all'estero. Il recente accordo di massima con la Germania riguarda anche la doppia imposizione e dovrebbe dare nuovi poteri al governo federale.  La stampa svizzera si chiede se questi nuovi poteri verranno effettivamente utilizzati dalle autorità di Berna per recuperare denaro evaso: "Ci manca la pratica", ha ammesso con una buona dose di sorprendente sincerità un funzionario. Eppure, chissà se l'austerità di questi anni non imporrà anche alla Svizzera di cambiare atteggiamento?

(Nella foto un cartello tedesco che indica il passaggio di frontiera di Stein am Rhein)