Nei prossimi giorni il consiglio europeo, che raggruppa capi di stato e di governo, dovrebbe dare il suo benestare al progetto di riforma del patto di stabilità messo a punto all’inizio della settimana dai ministri finanziari dell’Unione. L’intesa riflette per molti versi un compromesso tra il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy, approvato da alcuni, criticato da molti. L’ipotesi di sanzioni automatiche per i paesi in deficit eccessivo è stata accantonata. Le multe saranno quasi-automatiche, dipenderanno da una scelta politica, come volevano i francesi. Nel contempo, i tedeschi hanno strappato l’idea di un meccanismo di risoluzione delle crisi che verrà sancito nel Trattato di Lisbona. Per una minoranza di commentatori tedeschi la signora Merkel ha fatto la cosa giusta, imponendo che nella nuova Costituzione vengano introdotte regole certe sulla gestione della crisi, e forse anche sul fallimento di un paese. Altri commentatori invece hanno rimproverato al cancelliere di avere accettato l’inaccettabile.
Colpevolmente, spiegano, il leader democristiano ha lasciato che la riforma del Patto di Stabilità fosse annacquata dinanzi alle pressioni di Parigi quando invece avrebbe dovuto – come aveva promesso – imporre sanzioni automatiche per evitare crisi debitorie come quella greca. Il ministro degli Esteri Guido Westerwelle ha accusato la signora Merkel di “opportunismo”. In realtà, è probabile che il cancelliere avesse fretta di chiudere il dossier e dare all’Europa un nuovo Patto di Stabilità, anche se meno rigoroso delle attese. Mi chiedo poi se in fondo anche i tedeschi, come i francesi, fossero felici in cuor loro di evitare l'idea di sanzioni automatiche. Non tanto perché la Germania abbia paura a un certo punto di essere oggetto di una procedura per deficit eccessivo, ma perché l'affidare in questo campo pieni poteri a un organismo tecnico come la Commissione si sarebbe tradotto in un trasferimento di sovranità, che avrebbe potuto essere replicato in altri campi. Il cancelliere forse non era pronto ad accettare questa novità in un momento in cui il paese cavalca la globalizzazione, sta facendo campagna per un seggio permanente nel consiglio di sicurezza, e apprezza visibilmente di trattare alla pari con la Cina o con gli Stati Uniti.
(Nella foto, Angela Merkel, Nicolas Sarkozy e il presidente russo Dmitry Medvedev a Deauville)