Un taxi, direte voi, serve a trasportare una persona. Sì, ma il trasporto può essere più o meno gradevole, più o meno utile. Una mia recente esperienza me lo ha dimostrato; e se avete bisogno di una buona dose di ottimismo questa storia fa per voi. Qualche giorno fa ho preso un taxi per andare in aeroporto a Francoforte. Dal di fuori la vettura sembrava un taxi normale, giallo come tutti quelli che circolano nelle città tedesche. Dentro invece era tutta un'altra cosa: dotato di computer portatile, televisione e lettore di DVD. Il tassista si chiama Saeed Qamar, è pakistano, e abita in Germania da 13 anni. Appena seduto mi ha bombardato di domande. Erano le 730 di una domenica mattina e francamente non ero nello spirito di avere lunghe conversazioni. Eppure, il signor Qamar, 43 anni, è riuscito a catturare la mia attenzione, avendo trasformato la suo auto in un ufficio-salotto su quattro ruote.
I suoi clienti possono guardare 25 canali televisivi e un centinaia di film. Il signor Qamar ha inserito gli schermi nel poggia testa dei sedili anteriori e nel parasole della poltrona accanto al guidatore. C'è di più. Mette a disposizione anche un computer portatile con un collegamento internet ultraveloce. "Il mio obiettivo è di collegare gli schermi a un server e inserire una tastiera nello schienale dei sedili – mi ha spiegato -, ma ci sto ancora lavorando". Il signor Qamar ha studiato informatica e ama giocare con i computer. Mi racconta che il servizio ormai è essenziale nel suo lavoro di tassista. Trasportare le persone non basta. E così ha creato una piccola società con tre auto e sei autisti, tanto che ormai ha più di 300 clienti. Oltre a offrire pc e film, moltiplica i piccoli gesti di attenzione. Per esempio, preso un impegno con un cliente per una data ora, gli invia 30 minuti prima di arrivare sul luogo dell'appuntamento un SMS per confermargli che è per strada: "La mattina presto è anche un modo per essere certo che la persona sia sveglia…". Sorridente e simpatico, il signor Qamar, con un passato di lavapiatti in una pizzeria francofortese, dimostra che la crisi aguzza l'ingegno. Prima di lasciarci, mi chiede all'improvviso: "Lei ha visto Slumdog Millionaire? … No? Allora la prossima volta che ci vediamo le preparo il DVD in anticipo così si guarda un brano del film mentre la accompagno in aeroporto!".