FRANCOFORTE – C'è chi teme la deflazione. E chi invece l'inflazione.In Germania, vuoi per timori ancestrali, vuoi per convincimenti economici, prevale questa seconda preoccupazione. Gli ultimi dati sulle vendite di oro nella Repubblica federale ne sono l'ennesima clamorosa conferma in tempi di grande incertezza, anche sociale e politica.
Secondo le statistiche del World Gold Council pubblicate questa settimana, la Germania nel primo trimestre del 2009 ha acquistato oro- monete e lingotti – per un totale di 59 tonnellate, con un aumento del 400% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. La domanda totale di metallo giallo a livello mondiale è aumentata tra gennaio e marzo del 38% annuo.
La richiesta di oro per investimento è più che triplicata, mentre gli acquisti a fini di gioielleria è scesa del 24%. La Germania è in cima alla classifica dei paesi acquirenti di lingotti e monete. Seguono la Svizzera, con un incremento degli acquisti del 437% a 39 tonnellate, e gli Stati Uniti con un aumento della domanda del 216% a 27 tonnellate.
L'oro è tradizionalmente considerato un bene rifugio. «In tutto il mondo occidentale – ha detto Rozanna Wozniak, specialista del World Gold Council a Londra – è l'incertezza economica il motivo principale che spinge all'acquisto di oro. In Germania è motivato anche dai timori di inflazione».
La Landesbank Baden-Württemberg è una delle banche tedesche più attive nella compravendita di oro: «Non ho molti dubbi conferma da Stoccarda l'analista Thorsten Proettel – : in un paese come la Germania, dove i ricordi dell'iperinflazione sono forti nella memoria nazionale, l'oro è considerato un modo per proteggere i propri investimenti».
Il timore di inflazione può apparire curioso in un momento in cui la preoccupazione a breve termine è invece la deflazione. Ma i tedeschi guardano lontano. Sanno che la deflazione è un rischio, ma sono convinti che l'abbondante liquidità creata dalle banche centrali in questi ultimi mesi comporterà a medio termine un'ondata di inflazione.
Non sorprende a questo punto che Jürgen Stark, esponente tedesco del comitato esecutivo della Banca centrale europea, abbia parlato qualche giorno fa dei rischi di un aumento generalizzato dei prezzi: «Se emergerà un rischio di inflazione reagiremo», ha assicurato alla Frankfurter Allgemeine Zeitung.
Intanto, nelle scorse settimane, la stampa tedesca dava voce ai produttori di casseforti. Intervistato dalla Rheinische Post, un giornale regionale della Renania, Wolfram Werner, direttore della Adolphs Ageless Safes di Tiefenbroich, non lontano da Düsseldorf, rivelava che le vendite dell'azienda, fondata nel 1890,erano in aumento del 20 per cento.
I tedeschi non sono i soli a cercare nell'oro garanzia finanziaria e sicurezza economica. In Gran Bretagna la UK Royal Mint ha visto l'uso di oro nella zecca reale crescere del 75% nel primo trimestre rispetto all'anno scorso. Negli Stati Uniti le vendite di monete da un'oncia d'oro, le American Eagle Coins, sono addirittura quadruplicate in gennaio.
Dal 1971, ossia da quando il presidente americano Richard Nixon abolì la convertibilità orodollaro, il metallo giallo ha perso la propria centralità nel sistema monetario internazionale. Questa crisi però potrebbe riportarlo in auge. La Cina ha aperto un dibattito in questo senso, tanto che dal 2003 ad oggi le riserve auree di Pechino sono aumentate del 75 per cento.
B.R.