Due eventi degli ultimi giorni hanno messo in evidenza gli sforzi dell’establishment tedesco per migliorare l’integrazione degli immigrati nella Repubblica Federale. Domenica 26 ottobre è stata ufficialmente inaugurata a Duisburg, nel Nord-Reno Vestfalia, la più grande moschea di Germania. Costruita a immagine e somiglianza della Moschea Blu di Istanbul può accogliere fino a 1.200 persone e ha un minareto alto 34 metri (nella foto tratta dal sito della Frankfurter Allgemeine Zeitung). Ormai la Repubblica Federale conta quasi 200 vere e proprie moschee, e oltre 2.500 luoghi di culto islamici. Il destino ha voluto che tre giorni prima la Città-Stato di Berlino abbia lanciato un programma innovativo, il primo del suo genere in Germania, dedicato agli imam della capitale: l’obiettivo è di offrire loro corsi specifici per insegnare elementi di storia, politica e diritto tedeschi. "Di questi giorni – ha detto Günter Piening, responsabile dell’integrazione a Berlino – agli imam non vengono chiesti suggerimenti solo religiosi. Devono anche rispondere a quesiti sulla vita quotidiana". Oggi la Germania conta circa 2.250 imam, 3,2 milioni di musulmani e oltre sette milioni di stranieri.
In Germania, ma anche in altri Paesi europei come l’Italia, gli imam sono guardati con sospetto. Spesso hanno ricevuto una formazione religiosa all’estero, sono immigrati particolari che non conoscono il loro Paese di residenza (spesso neppure la lingua), e si teme che nei loro discorsi trasmettano principi estremisti, imparati nelle scuole coraniche in Pakistan o in Arabia Saudita. Il tentativo del programma berlinese – che potrebbe presto essere imitato da altri Länder tedeschi – è di rafforzare i legami degli imam con la Germania e la sua cultura. Al programma della Città-Stato parteciperanno in questa prima fase una trentina di persone. Da Duisburg a Berlino, l’establishment tedesco ha ricordato in questi ultimi giorni che l’integrazione degli immigrati dipende anche da un ruolo attivo del potere politico. È sorprendente, soprattutto se letta con uno sguardo italiano, la presa di posizione del ministro-presidente del Nord-Reno Vestfalia, il democristiano Jürgen Rüttgers: "Abbiamo bisogno di più moschee nella nostra regione, non nascoste ma visibili". E ancora: "Non tutti coloro che hanno fondamenta sono dei fondamentalisti". La moschea di Duisburg, dotata di grandi finestre di vetro in modo che le sue attività siano il più trasparenti possibili, è costata circa sette milioni di euro, di cui quattro provenienti da fondi privati e tre dalle autorità pubbliche, tedesche e comunitarie.