In sei mesi “deals” per oltre 21 miliardi – 17/10/08

FRANCOFORTE – I fondi sovrani sono una minaccia o un salvagente per le aziende occidentali indebolite dalla crisi finanziaria? La questione è aperta, divide economisti e governi. Una ricerca dell’istituto Zew di Mannheim, pubblicata questa settimana, chiarisce i termini del problema, stimando che nel primo semestre i loro investimenti sono stati pari a 21,6 miliardi di euro.

«I fondi sovrani – spiega Mariela Borell, economista del Zentrum für Europäische Wirtschaftsforschung – entrano volentieri nel capitale delle aziende europee o americane. A causa della crisi queste ultime hanno prezzi bassi e sono obiettivi attraenti ». Lo Zew sostiene che questi soggetti finanziari hanno un valore complessivo di 2.300 miliardi di euro.
Considerando i fondi sovrani del Medio Oriente, della Russia e dell’Asia, il volume delle loro partecipazioni in Europa e negli Stati Uniti è stato moltiplicato per quattro tra il 2002 e il 2007, toccando un totale per l’anno scorso di 43 miliardi di euro. Nel 2008 dovrebbero mettere a segno un ammontare simile, secondo lo Zew.
Naturalmente gli esempi recenti non mancano: la Singapore Investment Corporation è entrata nel capitale di UBS e di Citigroup. La Kuwait Investment Authority è oggi azionista di Merrill Lynch e di Visa. La Qatar Investment Authority ha acquistato il 20% del London Stock Exchange e il 10% della borsa scandinava OMX.
La finanza non è il solo settore interessante ai loro occhi. Anzi, è probabile che la crisi li induca a maggiore prudenza in questo campo. L’industria appare forse più attraente: Saudi Basic Industries ha acquistato di recente GE Plastics, mentre altri fondi sovrani hanno investito in marchi famosi come Bulgari, Aston Martin o Intercontinental, spiega Borell.
La stampa americana faceva notare proprio questa settimana che molti fondi hanno aumentato la liquidità, per evitare perdite sui mercati e che difficilmente vorranno investire denaro nel settore bancario oltre-Atlantico.
B.R.

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