Lo shopping tedesco dell’ex agente KGB – 19/08/08

FRANCOFORTE – Qualche giorno fa, il tabloid Bild protestava per la crescente presenza di turisti russi sulle coste turche. Definendoli «cosacchi da spiaggia» e «peggio degli inglesi», il giornale attaccava i russi perché colpevoli di «invadere i paradisi vacanzieri» dei tedeschi con «prostitute e vodka». E dire che in luglio un’azienda di Amburgo, specializzata proprio nel turismo in Turchia, è finita nelle mani di un ex agente del Kgb.

Il 76% della Öger Tours è stato acquistato da Alexander Lebedev per 125  milioni di euro. La società tedesca è stata fondata alla fine degli anni 60 da Vural Öger, un immigrato turco che, da allora, ha fatto carriera: naturalizzato tedesco, siede nel Parlamento europeo nelle file socialdemocratiche. L’operazione conferma l’ambizione economica  (e non solo politica, dimostrata dalla vicenda georgiana) di una Russia ricca di materie prime.
Le cifre della Bundesbank mostrano che in Germania, tra il 2003 e il 2006, gli investimenti diretti provenienti dalla Russia sono saliti da 780 milioni di euro a 3,4 miliardi di euro. I dati del 2007 non sono ancora disponibili, ma è probabile che vi sia stato un ulteriore aumento. L’anno scorso Oleg Deripaska ha acquistato il 9,9% di Hochtief, mentre Gazprom ha messo le mani sul 50% meno un’azione di Wingas.
Alexei Mordaschov è azionista di Tui; Len Blavatnik è proprietario di una quota in Air Berlin, Rustam Aksenenko controlla il 27%  di Escada, Andrei Melnichenko ha acquistato una partecipazione in K+S, un produttore di fertilizzanti. La scelta di Lebedev, 48 anni, di scalare Öger Tours non sorprende: l’investitore russo è già azionista di Aeroflot e di  Blue Wings, una compagnia di voli charter. A piccoli passi, sta costruendo un impero del turismo di livello europeo.
Serguei Nikitin, il presidente della Camera di Commercio russa a Berlino, ha spiegato di recente che gli imprenditori moscoviti sono alla ricerca del know-how industriale e finanziario tedesco, nel tentativo  anche di prepararsi all’atteso ingresso del loro Paese nell’Organizzazione mondiale per il Commercio. Vi sono attualmente 4.000 aziende tedesche in Russia, mentre quelle russe in Germania sono appena 1.300.
«La Russia ha investito all’estero per circa 20 miliardi di euro nel 2000 – ha detto alla fine di luglio Klaus Mangold,  il presidente dell’organismo che cura le relazioni economiche delle imprese tedesche in Est Europa –. Prevediamo che alla fine di quest’anno venga superata quota 200 miliardi». Il manager non esclude che un investitore russo possa acquistare una società del Dax, l’indice della Borsa di Francoforte, «ammesso che rispetti le regole».
Appunto, la questione delle regole, e non solo quelle da rispettare  sulle spiagge turche, è tornata improvvisamente al centro delle preoccupazioni dei tedeschi. Che impatto avrà la guerra in Georgia sul futuro delle attività economiche russe in Germania? Verranno introdotti nuovi paletti? Qualsiasi conseguenza dovrà tenere conto di due fatti: la Russia non è solo un fornitore essenziale di materie prime (il 43% dei consumi tedeschi di gas è russo), ma è anche un grande mercato di sbocco per i prodotti europei, per di più in forte crescita.
B.R.