E’ possibile che in Brasile la lotta all’inflazione sia presa sul serio, più che in Europa? Sono appena tornato dal Paese sudamericano e sono rimasto sorpreso, ancora una volta, da quanto stia cambiando, economicamente e politicamente. Il Brasile è in grande espansione e la crescente prosperità si tocca con mano. Più interessante ancora è il dibattito di politica economica, la cui serietà per molti aspetti mi ha dato da pensare alla luce delle critiche che in Europa hanno caratterizzato le ultime scelte della Banca centrale europea. Anche il Brasile, come il resto del mondo, deve fare i conti con un forte aumento dell’inflazione: oscilla intorno al 6,0% annuo, ancora in linea con l’obiettivo della banca centrale, ma in evidente rialzo. Ciò non ha impedito all’istituto monetario guidato da Henrique Meirelles (nella foto a destra) di alzare alla fine di luglio il costo del denaro al 13%, la terza stretta in quattro mesi: in tutto 175 punti base di aumenti. L’ultimo incremento è stato di 75 punti base e ha sorpreso i mercati che si aspettavano un aggiustamento di mezzo punto percentuale.
La scelta del Banco Central do Brasil è stata criticata dall’establishment economico che non si aspettava una stretta monetaria così aggressiva. Le imprese del Paese hanno sottolineato che la lotta all’inflazione dovrebbe passare anche attraverso un maggiore controllo della spesa pubblica. Su questo aspetto il Governo ha avuto in queste settimane posizioni sorprendentemente ortodosse. Più volte, il ministro delle Finanze Guido Mantega ha avvertito che l’aumento dei prezzi doveva essere combattuto con un incremento del surplus primario di bilancio. Tant’è che l’obiettivo per il 2008 è stato rivisto al rialzo: dal 3,8% al 4,3% del Pil. Nei giorni scorsi, Luiz Inácio Lula da Silva, il sindacalista diventato presidente, è stato molto chiaro: "So che l’inflazione colpisce più duramente i più poveri. Per questo considero la lotta all’inflazione una questione di onore personale". Quanti altri Governi in Europa hanno reagito allo stesso modo dinanzi al recente aumento del costo del denaro deciso dalla Bce di Jean-Claude Trichet (nella foto a sinistra)? La situazione è certamente diversa: il Brasile è in crescita, l’Europa in stagnazione, se non addirittura recessione. Forse più di tanti dati congiunturali, l’episodio è però motivo di fiducia sulla crescente maturità della società brasiliana e sul futuro del Paese sudamericano.