Qualche giorno fa un articolo pubblicato da un settimanale tedesco mi ha fatto fare tre riflessioni, in qualche modo un piccolo viaggio nell’anima tedesca. Il tema era il girello per anziani (Rollator in tedesco). Il pezzo non era pubblicato su una rivista specializzata, bensì sul settimanale domenicale del più noto giornale generalista tedesco: la Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung. Già questa circostanza mi ha indotto a una prima riflessione. Quanti quotidiani italiani, francesi o spagnoli avrebbero deciso di occupare un’intera pagina per trattare in lungo e in largo un argomento probabilmente di attualità, ma certo a prima vista né leggero né sfizioso? La FaS non si è fatta problemi. Il settimanale segue con attenzione il problema dell’invecchiamento della popolazione e ha deciso di dedicare al girello un intero articolo, scritto peraltro in modo garbato e divertente. Poco importa se l’argomento non è dei più allegri: i suoi lettori privilegiano l’informazione all’intrattenimento, anche di domenica.
La seconda considerazione riguarda la capacità dei tedeschi a rimanere concreti. Mentre in molti Paesi l’invecchiamento della popolazione è considerato solo negativamente, in Germania è anche l’occasione per cogliere nuove opportunità economiche. Nello stesso modo in cui il Paese ha deciso di prepararsi a questo fenomeno, modernizzando gli ospedali, costruendo nuove case di riposo e formando nuove infermiere, ormai i tedeschi sono diventati tra i maggiori produttori di girelli al mondo. Alla fine degli anni 90 la società Bischoff & Bischoff ne vendeva circa 18mila all’anno. Nel 2007, ne ha prodotti 100mila, di cui oltre 30mila per l’esportazione. Infine l’articolo della FaS mi ha fatto fare una terza riflessione. L’amore dei tedeschi per la tecnologia è noto: non per altro costruiscono probabilmente le migliori auto del mondo. E l’articolo della FaS me lo ha confermato. Ormai, spiega il settimanale tedesco, i girelli sono diventati delle piccole automobili: muniti di ombrello, seggiolino, clacson e retrovisore. I più cari, oltre 400 euro, hanno anche un sistema di navigazione satellitare. E sono chiamati Oma-Porsche: la Porsche della Nonna.