Due regioni tedesche si sono recate alle urne domenica 27 gennaio. In Bassa Sassonia, la maggioranza uscente, democristiana-liberale, è stata riconfermata. In Assia, invece, il ministro-presidente CDU Roland Koch ha subito una sconfitta cocente. Il suo partito ha messo a segno il peggior risultato dal 1966. La scena politica è talmente variegata, che è difficile fare previsioni sul futuro governo di una regione che ospita tra le altre cose la capitale finanziaria del Paese, Francoforte (a fianco un logo dedicato alle elezioni e tratto dal sito della città). Un importante segnale politico di quest’ultima tornata elettorale è il successo di Die Linke, che per la prima volta entrerà nel Parlamento locale di due Laender occidentali. Il movimento politico della sinistra radicale, fondato da ex socialdemocratici ed ex comunisti, ha superato la barriera del 5% sia in Assia che in Bassa Sassonia.
Questo risultato è’ il riflesso di un revival sociale nella Repubblica federale, dopo le riforme al welfare state della prima metà del decennio. Il desiderio di molti tedeschi di recuperare potere d’acquisto, dopo aver accettato negli ultimi anni una riduzione del salario reale, sta rafforzando Die Linke e sta inducendo gli altri partiti, anche la CDU, a sterzare a sinistra. Lo stesso partito del cancelliere Angela Merkel ha appoggiato le richieste salariali generose fatte da alcuni sindacati in occasione dei rinnovi contrattuali previsti nel 2008. Il momento è delicato per la Banca Centrale Europea, stretta tra un’economia in frenata, a causa della crisi creditizia, e un’inflazione in aumento. Non mancano le pressioni sui banchieri centrali perché riducano il costo del denaro, ma questi ultimi sono preoccupati dalla possibilità di elevati aumenti salariali, soprattutto in Germania. In questo senso, agli occhi delle autorità monetarie, il successo relativo ottenuto da Die Linke in terra tedesca è probabilmente un nuovo motivo di preoccupazione.