La Germania potrebbe mandare truppe di combattimento in Afghanistan. La decisione non è ancora stata presa formalmente, ma le indicazioni provenienti dal mondo politico, circolate a Berlino e rimbalzate sulla stampa puntano in questa direzione. I soldati della Bundeswehr sostituirebbero un reparto norvegese di 350 uomini, di stanza nel Nord del Paese e destinato a tornare in patria in luglio. Una richiesta formale al Governo federale dovrebbe giungere dalla NATO entro fine mese. La scelta finale spetterà poi al Bundestag. Finora, la Germania è stata presente in Afghanistan con 3.200 uomini e una pattuglia di aerei Tornado per missioni esclusivamente di presidio territoriale e di ricognizione aerea. L’invio di truppe da combattimento rappresenterebbe un salto di qualità nella presenza tedesca nel Paese. D’altro canto negli ultimi dieci anni la presenza militare tedesca all’estero è cresciuta molto (come mostra anche il grafico proveniente dal sito della Bundeswehr).
Dal 2007 la Germania è presente anche in Medio Oriente, senza truppe da terra ma con navi al largo del Libano. In questa occasione, tenuto conto del suo passato, il Paese ha preferito evitare una presenza fisica sul terreno, nel pieno del teatro arabo-israeliano. Il desiderio della classe politica tedesca di pesare di più sul grande palcoscenico mondiale e di entrare da membro permanente nel consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si tocca con mano. Dopo avere incassato dagli Stati Uniti del presidente George W. Bush e dalla Francia del presidente Nicolas Sarkozy un accordo di principio a una riforma dell’ONU, i tedeschi devono stare al gioco e accettare nuove responsabilità internazionali. A questo proposito, un’ultima annotazione: il 15 gennaio una squadriglia di navi tedesche è partita per una missione di cinque mesi. Parteciperà a esercitazioni militari in India, Sud Africa, Ghana, Namibia e nel bacino del Mediterraneo.