La Gran Bretagna ha appena deciso di rilanciare l’energia nucleare con la costruzione di nuove centrali. E la scelta inglese sta già influenzando il dibattito tedesco. La Germania ha deciso ormai quasi dieci anni fa di abbandonare l’energia nucleare, per decisione dell’allora Governo socialdemocratico-verde. Entro il 2021 tutti gli impianti (oggi 17, nella foto, tratta dal sito del Deutsches Atomforum, quello di Biblis) dovrebbero essere chiusi. Ma l’establishment è diviso, e la popolazione anche. Tra i più favoreroli a questo tipo di energia è il ministro dell’Economia, il cristiano-sociale Michael Glos. Per bocca di un suo portavoce ha spiegato che la scelta inglese conferma la correttezza della sua posizione. La Germania è ancora lontana dal cambiare idea su questo fronte, ma i democristiani del cancelliere Angela Merkel premono. Paradossalmente la stessa sensibilità ambientale dei tedeschi è diventata uno strumento nelle mani di chi non vuole abbandonare l’energia nucleare.
Infatti, molti ammettono che quest’ultima potrebbe essere più pulita e più rispettosa dell’ambiente di altre fonti energetiche. Peraltro è anche meno costosa di altre, in un momento in cui il petrolio oscilla intorno ai 100 dollari al barile. Secondo un recente sondaggio, il 47% dei tedeschi vuole posticipare l’uscita dal nucleare, il 46% è invece contrario. In questo contesto, Germania e Italia sono gli unici grandi Paesi industrializzati (del G-7) che hanno optato per l’abbandono. I tedeschi potrebbero cambiare idea, soprattutto se la CDU dovesse vincere le prossime elezioni federali del 2009. D’altro canto, la Germania dimostra di sapere coniugare sensibilità ecologica e realismo politico (a differenza dell’Italia): sul fronte dei rifiuti, per esempio, tra una discarica e un inceneritore il Paese ha scelto quest’ultimo, nonostante l’inquinamento (in netto calo negli ultimi 10 anni) provocato da un termovalorizzatore.