Protezione dei giovani e controllo sociale: in Germania l’impegno è serio

A molti stranieri, non abituati alla vita tedesca in società, la Germania può apparire infetta dal morbo della delazione. C’è chi subisce il rimprovero pubblico perché attraversa con il rosso. Chi riceve la lettera di un perfetto sconosciuto che gli rimprovera di aver guidato troppo pericolosamente in autostrada. Ilse Aigner E chi infine è denunciato dai propri vicini per avere parcheggiato legalmente la macchina a cavallo del marciapiede ma senza avere lasciato sufficiente spazio per le carozzelle dei bambini. Il controllo sociale può apparire eccessivo a molti europei. Eppure in quanti altri paesi occidentali bambini di meno di dieci anni prendono tranquillamente la metropolitana da soli per andare a scuola? Succede regolarmente non solo nelle piccole cittadine, ma anche a Francoforte o a Monaco. Mettiamo per un attimo da parte gli scandali di pedofilia che hanno scosso la chiesa cattolica tedesca negli anni scorsi, che non mi sembra nascondano una tendenza. In questo paese, la legge a protezione dei più giovani è particolarmente rigorosa. I distributori automatici di bevande alcoliche o di sigarette non possono essere installati la dove vi sono minorenni e nel caso devono avere dispositivi che non permettano a un ragazzo di utilizzarle. E ancora: i giovani di meno di 16 anni non possono partecipare a un ballo pubblico se non sono accompagnati. Chi ha tra i 16 e i 18 anni può rimanere solo fino a mezzanotte. A differenza che in altri paesi, l'applicazione della Jugendschutzgesetz non è devoluta semplicemente ai genitori.

Di recente, alla cassa di un cinema francofortese, alcuni ragazzi sono stati costretti a chiamare un genitore perché acquistasse loro i biglietti. La cassiera si era rifiutata di venderglieli perché un adolescente di 15 anni non può andare con i suoi amici al cinema se il film finisce dopo le 22 e se non è accompagnato da un adulto. Un giorno, il responsabile di una società di noleggio di DVD ha chiesto a un bambino di 10 anni di tornare con una persona maggiorenne perché non voleva accettare che rendesse in nome e per conto dei suoi genitori un film vietato ai minori di 12 anni (la madre lo aspettava seduto in macchina davanti al negozio). Nei giorni scorsi, un ragazzo si è visto chiedere da una cassiera di un supermercato la carta d’identità: voleva esser certa che avesse l’età richiesta per comprare il telefilm FBI, vietato in Germania ai minori di 16 anni. Il giovane non aveva un documento d’identità e ha dovuto ritirarsi in buon ordine, dopo avere provato senza successo a farlo acquistare a una sua amica visibilmente maggiorenne (la cassiera arrabbiata si è rifiutata di avallare l’operazione). Non è sorprendente se proprio il ministro tedesco per la protezione dei consumatori Ilse Aigner abbia criticato Facebook per non essere sufficientemente attento alla privacy, in particolare dei minorenni. E se il mondo politico tedesco stia valutando come proteggere i giovani dai pericoli di Internet. Un professore di diritto della sicurezza all’Università di Passau, Dirk Heckmann, ha proposto che venga introdotta una specie di patente per navigare sul web, dopo un corso obbligatorio in terza elementare. L’idea mi sembra difficile da applicare, ma non sarei sorpreso se in Germania la licenza vedesse la luce.

NB: GermaniE è anche su Facebook

(Nella foto tratta da Internet, il ministro per la protezione dei consumatori Ilse Aigner)

  • Beda Romano |

    Andrea, grazie per il suggerimento. Cercherò di fare mente locale e trovare un taglio convincente.
    B.R.

  • andrea |

    L’incipit è meraviglioso e assolutamente corrispondente al vero. Forse meriterebbe un approfondimento tutto suo. Ho vissuto in Germania e devo dire che è davvero forte la cosiddetta “psicopolizia”, la rete di controllo informale basata sulla delazione. Ho notato che i cittadini si sentono dei tutori dell’ordine, quasi sempre più pedanti degli stessi poliziotti. Nell’articolo ha sottolineato gli aspetti positivi di questo controllo sociale. Però esiste anche l’altro lato della medaglia: il fatto di sapere che il vicino di casa potrebbe essere il primo delatore, innesca spesso una ipocrisia e un ossessione del rispetto delle regole che a volte sconfina nella paranoia. Non trova? Mi piacerebbe leggere un suo articolo su questo aspetto: da dove nasce e che effetti paradossali a volte possa generare.

  • Beda Romano |

    Grazie Kiwi! Corretto.
    B.R.

  • KIWI |

    Il congiuntivo di nascondere è nascondano, non nascondino e avallare ha una sola v (non avvallare). Era meglio scrivere in tedesco???

  • Beda Romano |

    Stefano, lei ha ragione a proposito della pubblicità delle sigarette. È una vecchia abitudine dura a morire. Più che questa forma di pubblicità, a me danno fastidio i programmi di intrattenimento per i più giovani francamente poco educativi. In questo caso purtroppo la concorrenza gioca al ribasso.
    B.R.

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