Goethe riteneva i propri connazionali severi, magari anche oppressivi. In Wilhelm Meisters Lehrjahre (Gli anni di apprendistato di Wilhelm Meister) il poeta scriveva dei tedeschi: «Diventano pesanti su tutto, tutto su di loro diviene pesante». Eppure anche i tedeschi riescono a prendersi in giro, seppur in modo spesso burocratico e intirizzito. Per il trentesimo anniversario della Caduta del Muro, il governo federale ha preparato una serie di filmati trasmessi su Internet e alla televisione in cui ha deciso di ironizzare su alcune caratteristiche prettamente tedesche, o ritenute tali.
In uno di questi, un uomo in bermuda e calze si lucida i sandali strofinandoli sul polpaccio. In un altro video, un cane si rifiuta di ubbidire agli ordini del padrone, salvo fare esattamente quanto gli è stato chiesto una volta che l’uomo la smette di ripetergli l’ordine. In un altro ancora, una coppia di nudisti, adepti della Freikörperkultur, si reca in una spiaggia a loro riservata, ma dove è proibito – secondo un immancabile cartello di divieto – fare foto, usare il binocolo e amoreggiare. Infine, un quarto video mostra una signora che taglia i cespugli del giardino con matematica mania e a perfetti angoli retti.
Il tentativo del governo federale, non si sa quanto efficace, è di alleggerire il clima di un anniversario che ha messo in luce alcune perduranti differenze tra Est e Ovest. Come notava Goethe, i tedeschi sono troppi concentrati su una pressoché permanente analisi introspettiva di se stessi e del loro paese per prendersi in giro con spontaneità. Quasi che ci fosse bisogno della carta da bollo del benestare governativo. Una nota eccezione è stata forse il settimanale Simplicissimus che vide la luce tra il 1896 e il 1967. Ma era satira più che autoironia. D’altro canto, ridicolizzare i propri difetti o le proprie manie è una arte che cambia da paese a paese.
In Francia, il campo è lasciato ai film e ai fumetti. Asterix et Obelix è una presa in giro del francese tipo: polemico, impulsivo, nazionalista, istrionico e buongustaio. Altri fumetti come Lucky Luke o Gaston Lagaffe rappresentano bene alcuni tratti caratteriali francesi, ma essendo opere scritte da belgi non sono propriamente esempi di autoironia, ma piuttosto una sottile vendetta belga contro il dominante vicino del Sud.
In Inghilterra, gli inglesi si prendono in giro lasciando il compito al personaggio televisivo Mr Bean, un inglese della middle class che viaggia in Mini, si veste sempre nello stesso modo, non dà l’impressione di essere particolarmente pulito, ed è molto competitivo sulle cose meno importanti. Le scene ironizzano sui tipici tic attribuiti agli inglesi e di cui in fondo vanno fieri come esempi della loro impareggiabile originalità. L’uomo non è molto intelligente, ma in alcuni casi dimostra particolare sagacia nel tirarsi fuori d’impiccio. Di sicuro, ignora il formalismo un po’ ipocrita dei suoi connazionali.
Anche in Italia, non mancano i film in cui Alberto Sordi, Carlo Verdone, Totò o Fantozzi ironizzano sulle debolezze italiane: il cinismo, il conformismo, l’opportunismo, il provincialismo. Ma le risate che scatenano sono quelle di un popolo che si riconosce pienamente nel proprio paese o sono la reazione dinanzi alla denuncia dei vizi che si ritengono appartengono al vicino più che ai noi spettatori?
(Nella foto, un fotogramma di uno dei video, tutti visibili in questo sito)