Il vice presidente del Consiglio Luigi Di Maio (M5S) ha rimproverato nei giorni scorsi alla Francia di sfruttare la sua posizione di ex paese coloniale in Africa, soprattutto grazie al Franc de la Communauté financière africaine (noto come franco CFA) che circola in 14 paesi del continente. Il deputato Alessandro Di Battista (M5S) ha parlato di “controllo geopolitico” dell’area da parte del governo francese. Sul tono e sull’opportunità delle critiche molto è stato scritto. Vale tuttavia la pena chiedersi quanto la stessa presa di posizione sia avvalorata dai fatti.
L’agenzia francese che ha il compito di garantire le esportazioni o gli investimenti francesi nel mondo ha dato nei mesi scorsi una lettura diversa della situazione. Secondo Coface, la forza esportatrice del paese nel continente africano non ha fatto che diminuire negli ultimi venti anni. Addirittura nel 2017, la Francia ha perso il primo posto nella classifica dei fornitori europei dell’Africa, a beneficio della Germania. Tra il 2000 e il 2017 la quota francese nelle esportazioni verso il continente si è dimezzata, scendendo dall’11% al 5,5%. Qui di seguito, alcuni dati settore per settore.
La quota francese nella vendita di macchine utensili è scesa dal 12 al 6%. In alcuni paesi, i dati sono impressionanti. Il calo è stato tra i 15 e i 20 punti percentuali in Algeria, in Marocco, in Costa d’Avorio e in Camerun, addirittura di 25 punti percentuali in Senegal. Nel settore degli apparecchi elettrici, sempre secondo Coface, la quota francese è crollata dal 16 al 3%. In particolare, “nell’Africa francofona le quote di mercato della Francia sono diminuite di 20 punti percentuali”.
Nel campo farmaceutico, la quota di mercato della Francia è calata dal 33 al 19%. C’era un tempo quando le automobili francesi dominavano le vendite. Non è più così. Le imprese francesi sono scese nella classifica dei fornitori del continente dal 3° al 7° posto, mentre la loro quota di mercato è crollata dal 15 al 5%. Infine, è calato anche l’export di grano, con la quota di mercato in calo dal 16 all’11%. In generale, nei paesi francofoni, nota l’analista di Coface Ruben Nizard, la quota di mercato francese è oggi del 12%, rispetto al 25% di venti anni fa.
In molti casi, la concorrenza è cinese, indiana e tedesca. Almeno da un punto di vista economico, non sembra che né il franco CFA né il presunto “controllo geopolitico” del continente sia oggi particolarmente di beneficio alla Francia. Lascio al lettore giudicare le parole del vice premier Di Maio e del deputato Di Battista.
(Nella foto, a destra il vice premier Luigi di Maio, 32 anni, e a sinistra il deputato Alessandro Di Battista, 40 anni, entrambi esponenti del Movimento Cinque Stelle)
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