Il dossier migratorio continua a tenere banco, in molti paesi europei e soprattutto in Italia. Recenti statistiche possono essere utili per capire la portata della situazione sul terreno e la ragionevolezza di alcune posizioni politiche. I dati che seguono sono stati pubblicati negli scorsi giorni dagli enti europei Frontex ed Eurostat; sono i più recenti a disposizione.
Nel primo semestre dell’anno, l’Unione europea ha effettuato 165 operazioni di rimpatrio di migranti non autorizzati al soggiorno in Europa. In tutto, sono stati riportati in patria 6.400 persone. Finora 11 paesi membri hanno beneficiato di un progetto-pilota europeo.
Alle frontiere dell’Unione sono stati segnalati in maggio 12.100 attraversamenti illegali, in calo del 56% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Nei primi cinque mesi del 2018, gli attraversamenti illegali sono stati 43.200, in diminuzione del 46% rispetto allo stesso periodo del 2017.
Emergono differenze tra le varie rotte di accesso all’Unione europea. La rotta del Mediterraneo centrale, quella che riguarda l’Italia, ha mostrato un calo degli arrivi illegali dell’82% nel maggio scorso, e del 77% nei primi cinque mesi dell’anno (in tutto 13.450 persone). Il 37% delle persone è composto da cittadini eritrei e tunisini. L’UNHCR fa notare che le guardia-coste libiche hanno triplicato i salvataggi in mare nell’ultimo anno.
La rotta del Mediterraneo orientale – vale a dire dalla Grecia – ha registrato un calo degli arrivi del 40% in maggio, ma un aumento del 90% nei primi cinque mesi dell’anno a causa di una serie di attraversamenti alla frontiera terrestra con la Turchia tra marzo e aprile. Nel Mediterraneo occidentale, in altre parole sul fronte spagnolo, gli arrivi (8.200) sono aumentati del 59% tra gennaio e maggio.
Sul versante delle richieste di asilo, queste sono state pari a 131mila nel primo trimestre dell’anno, tornando così ai livelli del 2014, e ben sotto il picco del 2015-2016, affermava Eurostat in un recente comunicato. In Italia le richieste sono scese del 52% tra il primo trimestre 2017 e il primo trimestre 2018; in Germania e in Austria la diminuzione è stata rispettivamente del 39 e del 41%. In aumento, invece, sono state le richieste presentate in Spagna (30%) e in Francia (12%).
(Nella foto, il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, 31 anni, che da presidente di turno dell’Unione europea ha fatto del controllo delle frontiere la sua priorità politica)
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