L’integrazione europea non si può misurare soltanto a colpi di trattati costituzionali e di vertici politici. Sappiamo che il programma di scambi universitari Erasmus sta avendo un grande successo, che il numero degli europei residenti in un altro Paese dell’Unione è in crescita, e che i dibattiti nazionali si influenzano a vicenda. Anche i grandi temi sociali e sindacali si stanno lentamente europeizzando. Proprio oggi un centinaio di dipendenti francesi e tedeschi di Lidl, la catena di supermercati hard-discount, ha manifestato sul ponte di Kehl che collega Francia e Germania e le due sponde del Reno.
I sindacati CGT (francese) e Ver.di (tedesco) hanno protestato contro l’ipotesi di aprire i negozi anche la domenica. Alla manifestazione hanno partecipato i dipendenti di Lidl in Alsazia e nel Baden-Württemberg. La società è proprietaria di 2.800 negozi in Germania e di 1.300 in Francia. La dimostrazione di oggi giunge dopo che qualche settimana fa i macchinisti della SNCF hanno manifestato il loro appoggio ai colleghi tedeschi nelle trattative sul rinnovo del contratto alla Deutsche Bahn. L’impressione è che si stiano affermando sempre più spesso vertenze transnazionali, per la presenza di una moneta unica ma anche di imprese sempre più europee.