La storia delle imprese è il riflesso di un paese, delle sue tradizioni e delle sue indiosincrasie, delle sue qualità e dei suoi difetti. La storia di Haribo, il più grande produttore europeo di caramelle e gelatine, è uno splendido esempio di come sono cresciute nei decenni molte aziende tedesche. Proprio in questi giorni la società che produce i noti Gummibärchen (orsetti gommosi) ha annunciato che rimarrà di proprietà famigliare. Dopo mesi di tira-e-molla e di voci discordanti, i Riegel hanno finalmente respinto l’idea di un collocamento in borsa, di una vendita o di una fusione: Hans Riegel Jr, l’87enne figlio del fondatore, ha deciso di trasferire in parte la gestione dell’azienda ai suoi nipoti, Hans-Guido e Hans-Arndt. D'altro canto, perché cambiare? Haribo è la storia di successo di una famiglia di Bonn. Quando fu fondata nel 1920 Hans Riegel Sr (1893-1945) aveva un capitale limitato: un sacco di zucchero, un tavolo di marmo, un forno in mattoni e un grande pentolone. Il primo dipendente della ditta fu la moglie del fondatore, Gertrud, sposata nel 1921. A 90 anni di distanza, Haribo produce centomila caramelle al giorno in 15 paesi d’Europa, ha 6.000 dipendenti, e un giro d’affari stimato tra 1,5 e 2,0 miliardi di euro.
Nella suddivisione dei poteri decisa nei giorni scorsi, Hans sarà responsabile del marketing, Hans-Guido, 44 anni, della produzione, Hans-Arndt, 42 anni, presiederà invece il consiglio di sorveglianza. Il terzo nipote Hans-Jürgen ha sbattuto la porta qualche anno fa dopo una litigata con lo zio. La società ormai esporta in 110 paesi. E da decenni lo slogan dell’azienda è rimasto immutato: Haribo macht Kinder froh und Erwachsene ebenso (Haribo fa contenti i bambini e anche gli adulti). Il nome della società è un acronimo. “Ha” sta per Hans, “Ri” per Riegel e “Bo” per Bonn. Per i bambini della città renana, la multinazionale "della porta accanto" ha un ruolo molto particolare. Ogni anno in ottobre decine di scolari si recano davanti alla sede dell’azienda portando chili di ghiande e castagne da barattare contro caramelle. L’anno scorso erano in 20.000 a fare la coda anche per mezza giornata. La tradizione risale al 1936 quando il signor Riegel Sr scelse questa soluzione per nutrire la selvaggina nel parco della sua villa. La conversione ha le sue regole: un chilo di caramelle per ogni cinque chili di ghiande o dieci chili di castagne. Il successo è tale che Haribo ha deciso di limitare lo scambio a 50 chili di ghiande e castagne a persona.
(Nella foto, Hans Riegel Jr, nato a Bonn nel 1923; termina gli studi nel 1951 con una tesi sullo "sviluppo dell'industria mondiale dello zucchero durante e dopo la Seconda guerra mondiale")