I telegrammi diplomatici non sono articoli di giornale. Dovrebbero rimanere segreti, in alcuni casi per mezzo secolo. Quelli pubblicati in questi giorni sulla stampa internazionale rivelano un quadro interessante dei rapporti tedesco-americani, ma soprattutto di quelli tedesco-tedeschi, vale a dire in seno allo stesso governo federale. Molte delle affermazioni dei diplomatici americani in Germania non sono sorprendenti. L’attuale ministro della Difesa cristiano-sociale Karl-Theodor zu Guttenberg è ritenuto “un amico degli Stati Uniti”. Il cancelliere Angela Merkel è “avverso ai rischi e raramente creativo”; il ministro degli Esteri liberale Guido Westerwelle è “di poca sostanza”; il leader bavarese della CSU Horst Seehofer è “imprevedibile”. L’analisi conferma indirettamente che con la fine della guerra fredda i rapporti tedesco-americani si sono raffreddati. Vi sono ancora in Germania circa 60mila soldati americani, ma si sono moltiplicati nell’ultimo decennio le ragioni di screzio. Nel 2003 l’allora cancelliere Gerhard Schröder si è opposto alla guerra in Irak. Nel 2007, gli Stati Uniti hanno avvertito che se Berlino avesse chiesto l’estradizione di alcuni agenti della CIA vi sarebbe stato "un impatto negativo" sui rapporti bilaterali. Per non parlare della crisi sul fronte economico dopo lo scoppio dello sconquasso creditizio.
Berlino e Washington si sono affrontate sul tipo di politica economica da perseguire, sul modo in cui riformare l’intelaiatura di regole finanziarie, sull’opportunità o meno di meglio controllare le banche. Con l’unificazione, la Germania non è più l’alleato fedele in Europa. In questo senso, i telegrammi dell’ambasciata americana a Berlino fanno capire come la stessa signora Merkel non abbia con Washington quel rapporto privilegiato che alcuni prevedevano. Tutti si preoccupano dell’impatto che le rivelazioni di Wikileaks avranno sui rapporti tra i due paesi. Ma c’è da chiedersi piuttosto quale sarà il loro effetto sul clima nella coalizione democristiana-liberale al governo. Stando ai telegrammi americani, un liberale anonimo definisce il ministro delle Finanze democristiano Wolfgang Schäuble “un vecchio arrabbiato” e per di più “nevrotico”; un altro liberale, Rainer Brüderle, commenta ironicamente la nomina di Guttenberg al ministero dell’Economia nel 2009, spiegando che “la CSU è contenta quando può proporre una persona che sa leggere e scrivere”; lo stesso Guttenberg poi critica esplicitamente le posizioni del suo collega Westerwelle sul futuro dell’Afghanistan. Si sapeva che la maggioranza era litigiosa, ma più che un governo, l'esecutivo sembra un nido di vipere.