Banche – I risvolti europei di una sentenza islandese

Non passa giorno ormai senza che una notizia bancaria ci ricordi quanto il sistema creditizio europeo sia ancora fragile, a oltre quattro anni dal fallimento di Lehman Brothers. L'Italia sta facendo i conti con la crisi del Monte dei Paschi di Siena che tra le altre cose mette l'accento sui perduranti rischi della presenza di derivati nei conti societari. DijsselbloemIn Olanda il ministro delle Finanze e nuovo presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem è stato costretto a nazionalizzare in tutta fretta una banca, la SNS Reaal, per evitare un crack dovuto anche a esposizioni immobiliari che ancora pesano sui bilanci di molte banche olandesi. Nel frattempo, si moltiplicano i tentativi dei governi di proteggere il proprio sistema bancario, ignorando l'ambizione di dare regole uniformi a tutta l'Europa. Francia e Germania stanno studiando iniziative legislative per imporre la separazione tra attività di deposito e attività di investimenti. L'idea è emersa in un rapporto preparato dall'ex banchiere centrale finlandese Erkki Liikanen ed è oggetto dei lavori della Commissione che ha promesso un piano europeo entro breve. Parigi e Berlino vogliono giocare d'anticipo anche per influenzare le scelte finali dell'esecutivo comunitario. Nel contempo, la stessa Commissione ha scritto una lettera alle autorità di vigilanza nazionali, notando l'adozione crescente di misure contrarie alle regole del mercato unico. La segmentazione del settore bancario è ormai una realtà che sta prendendo piede, nonostante con l'arrivo dell'euro alla fine degli anni 90 l'obiettivo fosse di creare un solo mercato creditizio. Mentre le autorità europee tentano di arginare questa  tendenza, una sentenza islandese di qualche giorno fa rischia di rafforzare la mano dei governi.


La Corte di giustizia dell'EFTA, l'associazione europea di libero scambio, ha stabilito che l'Islanda ha avuto ragione nel rifiutare di indennizzare i correntisti all'estero dell'istituto di credito Landsbanki. Nel 2008, al momento del fallimento della banca, il governo islandese aveva deciso di non salvaguardare i depositanti inglesi e olandesi titolari di un conto online. Il tribunale ha spiegato che l'Islanda così facendo non ha violato la direttiva europea relativa alle garanzie sui depositi. Il testo è legge anche nei paesi dell'Area economica europea (nota con l'acronimo inglese EEA) di cui l'Islanda fa parte. La direttiva, secondo la Corte, "non obbliga un paese a garantire una compensazione se il sistema di garanzia dei depositi non è in grado di affrontare i suoi obblighi nel caso di crisi sistemica". La sentenza, che non è appellabile, stabilisce che la scelta di Reykjavik di trattare in modo diverso depositanti stranieri e depositanti islandesi (rimborsati a differenza dei primi dal loro governo) non ha violato le regole europee. In quella occasione, furono quindi le autorità inglesi e olandesi a compensare i loro malcapitati cittadini. La decisione di giustizia non ha lasciato indifferenti a Bruxelles o a Francoforte. "La sentenza è per certi versi dirompente – spiega un alto funzionario europeo -. Rafforza nei governi l'impressione che l'ombrello europeo è debole e che devono proteggere il proprio sistema bancario e i propri cittadini. In fondo, la decisione della Corte giustifica le scelte nazionaliste di molti stati membri". In questo senso, la sentenza complica ulteriormente trattative europee già difficili: sulle regole prudenziali relative alla patrimonializzazione delle banche (la direttiva è nota con l'acronimo inglese CRD 4); sulla riforma della vigilanza creditizia e il trasferimento alla Banca centrale europea; sulla ricapitalizzazione diretta delle banche da parte del Meccanismo europeo di stabilità (ESM). In tutti questi casi, il tentativo dei paesi è di garantirsi un margine di manovra, di evitare regole troppo uniformi. L'europeismo di Dijsselbloem, esponente di un paese che su questi fronti ha spesso posizioni poco concilianti, sarà presto messo alla prova.

 

(Nella foto, Jeroen Dijsselbloem, 46 anni, ministro delle Finanze olandese e nuovo presidente dell'Eurogruppo)

NB: Dal fronte di Bruxelles (ex GermaniE) è anche su Facebook