Sarà per la cronica mancanza di sole; sarà per una natura invernale a lungo spoglia e fredda. Fatto sta che gli europei del Nord coltivano un rapporto con i fiori e con le piante molto più intenso degli europei del Sud. In Unione Sovietica, nonostante le privazioni dell’economia dirigista, i sovietici facevano la coda in inverno come in estate per acquistare fiori, provenienti dal Sud del paese, e decorare i loro piccoli appartamenti di arzigogolate decorazioni. Di questi tempi, migliaia di persone si recano a Noordoostpolder, in Olanda, per ammirare le distese multicolori di tulipani in fiore. In Inghilterra, il Chelsea Flower Show è la più nota esposizione di piante del paese, visitata ogni primavera da oltre 150mila persone che acquistano il biglietto d’ingresso in anticipo. In Germania, poi, non c’è appartamento, o quasi, che non abbia un suo piccolo o grande Wintergarten nel quale vengono accatastate le piante di casa alla ricerca disperata di luce. Anche il Belgio ama i fiori. Proprio in questi giorni sono aperte al pubblico per appena tre settimane le serre reali del Castello di Laeken, una incredibile selezione floreale. Volute da Re Leopoldo II alla fine dell’Ottocento, le serre sono un straordinario esempio architettonico belle époque nel quale il vetro si mescola armoniosamente al ferro battuto e alla pietra, una via di mezzo tra la Tour Eiffel e il Grand Palais di Parigi. “La grande ricchezza della collezione rende impossibile un conteggio preciso delle diverse piante”, si legge in un opuscolo pubblicato dalla famiglia reale.
“Sono molte migliaia”, tra cui 630 piante di arancio (alcune delle quali risalgono al Settecento), 56 piante di alloro, 760 gerani, 190 fuchsie e 300 camelie (la più antica collezione al mondo). Le serre hanno una superfice totale di due ettari e mezzo. Circa 60 persone lavorano nel parco di Laeken, di cui 15 giardinieri che si occupano esclusivamente delle serre. Per mantenere gli ambienti alla corretta temperatura, vi sono 13 caldaie (che nell’inverno 2010-2011 consumarono 402 mila litri di gasolio con una potenzia totale di 9 megawatt). A seconda del tipo di pianta, le serre hanno tre diverse temperature: 3° di giorno e di notte per le serre più fredde; 10/12° di giorno e 12° di notte per le serre subtropicali; 18° di giorno e 16° gradi di notte per le serre più calde, dedicate alla coltivazione. Nelle giornate estive più calde, i giardinieri usano fino a 48mila litri di acqua per annaffiare le piante e mantenere l’adeguato tasso di umidità. Costruite tra il 1874 e il 1905 dall’architetto Alphonse Balat, le serre ospitano una selezione di piante africane, ma vi sono anche alberi originari dell’America Latina e dell’Asia. La Serra del Congo, sormontata da una stella simbolo del paese, doveva in origine ospitare la flora del bacino dell’omonimo fiume. Leopoldo II dovette però arrendersi all’idea che queste piante richiedevano una temperatura troppo elevata da essere ricreata in Belgio. La serra più grande è il Giardino d’Inverno che per la costruzione ha necessitato 651.534 tonnellate di ferro: alta 25 metri, la cupola di un diametro di 41 metri è sorretta da 36 pilastri. E' dal 1892 che le serre reali belghe sono aperte al pubblico una volta all’anno per tre settimane. Nel suo libro Léopold II – Une vie à pas de géant, lo storico belga Matthieu Longue racconta che Leopoldo II passeggiava ogni mattina prima delle 6 nelle serre del parco di Laeken. Il Re morì nella Serra delle Palme nel 1909.
(Nella foto, uno scorcio delle serre reali di Laeken, alla periferia di Bruxelles)
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