In Normandia, a 80 anni dallo sbarco dei liberatori americani, il presidente Trump è “un buffone”

BAYEUX (Francia) – Sul piccolo palazzo comunale del comune di Colleville-sur-Mer sventolano tre bandiere. Oltre alla francese e all’europea, anche quella degli Stati Uniti. Siamo a poche decine di metri da Omaha Beach. A 80 anni dallo sbarco in Normandia, la regione del Calvados continua a celebrare un rapporto privilegiato con i liberatori. Un rapporto però che Donald Trump sta mettendo in crisi, come nessun altro presidente americano dalla fine della Seconda guerra mondiale.

“Nella zona, l’opinione sul presidente Trump non è certo formidabile”, dice Jean-Noël Lenoury, produttore di sidro nel piccolo comune di 200 abitanti. “Mi sembra un pazzo…”. L’uomo ha 78 anni. Racconta che la famiglia è normanna da generazioni. Sua madre era di Colombières, a qualche chilometro di distanza, e aveva 30 anni quando le truppe alleate sbarcarono sulle spiagge della Normandia il 6 giugno 1944. “Abbiamo visto passare da queste parti tutti i presidenti americani, venuti a rendere omaggio ai loro caduti”.

C’era un tempo quando l’immagine degli Stati Uniti non poteva che essere positiva. In due occasioni i marines sono venuti a riportare la pace su un continente sconvolto da guerre fratricide. La Normandia poi ha sempre avuto una relazione particolare con i liberatori americani. Caen, Bayeux, Cherbourg, Arromanches furono le prime città francesi ad essere liberate dopo quattro anni di occupazione nazista. Ancora oggi sventolano ovunque le bandiere alleate, persino sui frontoni dei palazzi comunali.

Fino a quando? I colori americani stridono di questi tempi. L’atteggiamento di Donald Trump, brutale nelle sue trattative commerciali e sfottente nei confronti dei suoi interlocutori europei, sta provocando in Normandia, ma anche nell’intera Francia e in molti paesi europei sentimenti di amarezza, forse anche di tradimento. Mai come oggi le scelte unilaterali della Casa Bianca scuotono un continente che per decenni ha vissuto all’ombra del modello americano.

La casa comunale di Colleville-sur-Mer (Calvados) in una foto scattata martedì 22 luglio. Fonte: BR

La percentuale di francesi che ha una opinione positiva dell’America è scesa in un anno dal 46 al 36%, nota un recente sondaggio del Pew Research Center di Washington. Secondo uno studio demoscopico IFOP pubblicato in marzo, solo il 27% dei francesi considera gli Stati Uniti un alleato sicuro (28 punti in meno rispetto al 2003 quando la guerra in Iraq era stata violentemente criticata da Parigi).

La regione del Calvados è puntellata di musei celebrativi, di stele funerarie, di cimiteri militari. Quello di Omaha Beach raccoglie le spoglie di 9.000 GIs. La American Battle Monuments Commission gestisce il luogo con precisione millimetrica. Racconta una custode: “Il cimitero accoglie ogni anno fino a due milioni di visitatori. Anche noi siamo vittime dell’overtourism, costretti a consentire solo a rotazione l’accesso ai prati” ricoperti di migliaia di croci cristiane e di stelle di Davide.

Gli Stati Uniti contano, solo in Francia, 11 cimiteri militari. A Omaha Beach, i visitatori giungono da tutto il mondo. Molti sono americani. Spesso vengono a rendere omaggio a un loro parente rimasto ucciso nell’Operazione Overlord. In qualche ora sbarcarono al commando del generale Dwight D. Eisenhower 150mila soldati americani, britannici, canadesi e francesi. Nel frattempo, il luogo è diventato turistico, perdendo agli occhi di molti il significato storico e politico.

Robert Capa, unico giornalista presente, scattò memorabili foto dello sbarco. Protagonista fu anche un oscuro meteorologo belga, Odon Godart, chiamato insieme ad altri quattro colleghi ad offrire previsioni le più attendibili possibile. Fu lui a suggerire al generale Eisenhower la data del 6 giugno. Si aspettava sufficiente visibilità per gli aerei americani provenienti dall’Inghilterra, ma nuvole troppo basse per permettere alla Luftwaffe di decollare dagli aeroporti francesi.

Jean-Luc Santa Maria ha 73 anni. Per oltre 40 anni ha gestito una antica libreria, nella rue Saint-Malo, nel centro di Bayeux, un capoluogo del Calvados. Nei decenni ha visto passare frotte di turisti. Soprattutto è stato al centro dell’attività nella principale rue marchande della città. “Nelle conversazioni tra i locali emerge sorpresa, anche sconcerto nei confronti di Donald Trump. Io lo ritengo un buffone (un guignol, in francese, ndr). Purtroppo, anche pericoloso”.

  • habsb |

    Anch’io sono sconcertato.
    Adesso basta una chiacchierata con un pensionato tele-dipendente dalla propaganda di stato della AFP per attribuire a un’intera regione un attributo offensivo nei confronti del presidente degli USA.
    Cui prodest ?

  • Carlo |

    ma che articolo è? solita propaganda politica fatta da un giornale che si definirebbe super partes

  Post Precedente
Post Successivo