Il Parlamento europeo ha approvato giovedì scorso tre risoluzioni che promuovono una maggiore integrazione dell’unione monetaria mentre della questione i capi di stato e di governo dell’Unione saranno chiamati a discutere alla fine di marzo a Roma. Tra le altre cose, i rapporti – preparati da cinque deputati socialisti, popolari e liberali – propongono la creazione di una capacità di bilancio della zona euro, la nascita di una nuova figura che raggruppi i ruoli di presidente dell’Eurogruppo e di commissario agli affari monetari, un cammino di marcia verso una maggiore convergenza tra i paesi membri dell’unione monetaria. I rapporti non sono vincolanti e sono stati approvati da maggioranze in alcuni casi limitate. Ciò detto, una ricerca del centro-studi Vote Watch Europe mostra che a favore dell’idea di dotare la zona euro di un suo bilancio hanno votato i parlamentari provenienti da una regione omogenea dell’Europa, quella che in fondo si richiama al secolare impero carolingio.
Secondo la ricerca, la proposta piace ai deputati tedeschi, francesi, italiani, belgi, lussemburghesi, sloveni, austriaci, spagnoli e portoghesi. Parlamentari che provengono tutti da paesi della zona euro. A sorpresa l’idea piace anche ai deputati inglesi, che nonostante tutto sono particolarmente lucidi sulle debolezze dell’attuale assetto istituzionale dell’unione monetaria. In compenso, l’ipotesi è stata respinta dai deputati olandesi. Tra questi hanno votato contro i popolari, l’estrema sinistra e l’estrema destra. “C’è una chiara opposizione in Olanda contro la messa in comune delle risorse finanziarie”, nota il centro-studi bruxellese, a ridosso di elezioni legislative il prossimo 15 marzo che rischiano di segnare il successo del partito xenofobo di Geert Wilders. Divisioni vi sono state anche tra i democristiani tedeschi: 14 hanno votato a favore, due si sono astenuti, due hanno votato contro. Ma quelle tedesche sono differenze tutto sommato limitate. I più freddi all’idea di un bilancio della zona euro sono stati i paesi periferici del Nord e del Sud: sul primo fronte l’Irlanda, la Lettonia e per certi versi la Finlandia; sul secondo versante la Grecia e Malta. A questo riguardo è da notare che nessun deputato maltese ha votato a favore della proposta e che per i parlamentari greci l’idea è parsa probabilmente troppo poco ambiziosa. L’esito dei voti sulle tre diverse risoluzioni è stato ottenuto dopo varie modifiche ai rapporti, in modo da ottenere maggioranze le più ampie possibili. Ai più, questa circostanza rende l’approvazione dei rapporti politicamente poco significativa. E’ vero. Ma l’esistenza di una maggioranza a favore di un bilancio della zona euro, tutto sommato geograficamente omogenea e segnata da una storia di integrazione comune, forse fa ben sperare mentre si torna a parlare di Europe a cerchi concentrici.
(Nella foto, la statua di Carlomagno, nella città tedesca di Aquisgrana, alla frontiera con il Belgio e l’Olanda, dove l’imperatore è stato seppellito)
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