Alla riunione dei ministri delle Finanze della zona euro, che si è tenuta giovedì scorso qui a Bruxelles, il Fondo monetario internazionale (FMI) ha presentato ai ministri la sua più recente valutazione sulla situazione economica nella zona euro. Quest’ultima contiene non poche considerazioni interessanti mentre in Italia si dibatte se e come rispettare le regole europee sul fronte dei conti pubblici e il governo Gentiloni deve entro mercoledì rispondere alle richieste di informazioni della Commissione europea, che nel bilancio del 2017 vede un buco pari allo 0,2% del prodotto interno lordo. In buona sostanza, il Fondo dà ragione all’esecutivo comunitario. Secondo le informazioni raccolte qui a Bruxelles, l’organizzazione internazionale ha spiegato che la ripresa ciclica dovrebbe continuare nel futuro prevedibile, ma che “i rischi sono numerosi”. Nota prima di tutto la mancata convergenza tra i paesi della zona euro. In una dichiarazione trasmessa ai paesi membri si legge: “In parte a causa di ritardi persistenti di competitività, la convergenza nel reddito reale pro capite non è avvenuta tra i primi 12 paesi membri della zona euro. Senza una maggiore convergenza, l’unione monetaria rischia di soffrire periodi di instabilità”. E ancora: “Un aumento della domanda interna in Germania e in Olanda (…) contribuirebbe a ridurre attivi delle partite correnti eccessivamente elevati, mentre paesi debitori verso l’estero, come l’Italia e il Portogallo, dovrebbero adottare nuove riforme per aumentare la produttività”. Nella dichiarazione, questo non è l’unico riferimento all’Italia. L’FMI avverte inoltre che “i paesi segnati da un elevato debito pubblico avranno difficoltà a gestire un aumento dei costi dell’indebitamento quando le banche centrali inizieranno a ridurre l’accomodamento monetario”, tanto più che nel 2017 previste elezioni in molti paesi europei potrebbero provocare “drammatiche svolte politiche”. Il riferimento è soprattutto al voto presidenziale francese. In questo senso, “i paesi membri dovrebbero approfittare dei bassi tassi d’interesse per adottare riforme, altrimenti l’eventuale normalizzazione della politica monetaria provocherà difficoltà di finanziamento”. C’è di più. Sempre a proposito di paesi oberati da elevato indebitamento, il Fondo aggiunge: “I paesi con debito elevato e con poco o nullo spazio di bilancio, come l’Italia, devono recuperare spazi di manovra (buffers in inglese, ndr) e tenere da parte il denaro risparmiato nel servizio del debito grazie alla politica monetaria accomodante”.
Più in generale, nella riunione dell’Eurogruppo di giovedì, il Fondo ha anche messo l’accento su alcune emergenze. Ha notato che il ritmo di riduzione delle sofferenze creditizie nella zona euro, pur in calo di 150 miliardi di euro in due anni, rimane troppo lento. L’analisi del Fondo tocca anche aspetti di governo dell’economia nell’unione monetaria. Tra le altre cose, ritiene che il rispetto delle raccomandazioni-paese da parte dei governi deve essere reso più stringente. Tra le altre cose propone che “il progresso dei paesi nel rispettare gli obiettivi potrebbe essere considerato una precondizione per l’accesso a nuove iniziative finanziate a livello centrale”. Lo sguardo corre ai fondi europei, più probabilmente nel prossimo bilancio comunitario 2021-2028. L’FMI è convinto che la zona euro abbia bisogno di una “capacità di bilancio centralizzata”. Ciò detto, il Fondo sa che “ciò richiederà tempo, e che l’emergere di un sostegno politico dipenderà dal rispetto credibile delle esistenti regole di bilancio”. Finora, purtroppo, “il rispetto del Patto di Stabilità e di Crescita è stato lassista, mentre l’applicazione è stata debole – come per esempio quando la Spagna e il Portogallo non sono state sanzionate per avere mancato gli obiettivo di deficit”. La presa di posizione del Fondo giunge naturalmente in un momento delicato per l’Italia, che deve decidere se e come rispettare le richieste comunitarie sul fronte delle finanze pubbliche. Le opinioni dell’FMI rafforzano la posizione di coloro che nella maggioranza governativa vogliono evitare una procedura per debito eccessivo. Quest’ultima rischia di creare volatilità sui mercati finaziari e di provocare un deleterio aumento dei rendimenti obbligazionari che lo stesso Fondo individua, al netto della situazione attuale, come una possibile minaccia futura per l’Italia.
(Nella foto, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, 67 anni, che entro mercoledì 1 febbraio deve rispondere alle richieste di informazione della Commissione europea)
NB: Dal fronte di Bruxelles (ex GermaniE) is also on Facebook