La Lettonia ha assunto dal 1° gennaio la presidenza semestrale dell’Unione. Del piccolo paese baltico si possono ricordare i monumenti art nouveau della capitale Riga (nel centro della città il 40% degli edifici è segnato da questo stile); la storia tragica delle occupazioni nazista e sovietica; la cura di competitività decisa dopo lo scoppio della crisi finanziaria del 2008 (che provocò un calo del prodotto interno lordo del 25%). C’è un aspetto meno noto, ma che agli amanti delle sensazioni forti o più semplicemente delle esperienze insolite potrebbe rivelarsi attraente. Secondo le autorità lettoni, la Lettonia è l’unico paese dell’Unione europea ad avere una pista di bob aperta al pubblico (l’altra in Europa è situata in Norvegia). La pista – che si trova nella località turistica di Sigulda a circa 50 chilometri da Riga – fu costruita negli anni 80 quando il paese era ancora una repubblica dell’Unione Sovietica e fu inaugurata nel 1986, pochi anni prima della caduta del Muro. L’impianto viene utilizzato dalla squadra olimpica lettone che ai giochi olimpici di Sochi nel febbraio 2014 ha ottenuto due medaglie di argento e due medaglie di bronzo nelle gare di bob e slittino. I tornanti della pista di Segulda sono 16 su un percorso totale di 1.420 metri. A tutta prima, quando si guardano alla televisione le competizioni di bob, non si pensa che questo sport richieda particolare prestanza fisica. Maestria, coraggio, tempismo, ma non preparazione muscolare. Nulla di più sbagliato. Il costo della discesa è di 50 euro e la guida della slitta per quattro persone è affidata a un esperto. L’esperienza inizia con la firma di una dichiarazione in cui la persona scarica gli organizzatori di ogni responsabilità. Al temerario viene affidato un casco integrale. Riceve alcune istruzioni: di attaccarsi fermamente a maniglie di ferro situate nella carlinga del bob; di mantenere la testa nelle spalle; di piegarsi in avanti. La partenza è lenta, ma il bob acquista subito velocità, e i 1.420 metri della pista si fanno in meno di 50 secondi alla velocità di circa 110 chilometri all’ora. Il rumore delle lame di ferro sul ghiaccio è assordante. La carlinga trema per via del vento e della pista non perfettamente liscia. La resistenza fisica è particolarmente necessaria quando il bob affronta le curve. Lanciata a 100 chilometri all’ora, la slitta colpisce il tornante a grande velocità ed è per i passeggeri uno shock notevole, che si ripete anche a breve distanza di tempo. Il passeggero capisce rapidamente perché gli si è chiesto di mantenere la testa incavata nelle spalle. Il capo e il corpo vengono sballotati violentemente a destra e a sinistra. Spiega Andris Sics, 29enne atleta lettone che ha ottenuto con il fratello Juris due medaglie di bronzo a Sochi e una medaglia d’argento a Vancouver (2010): “La velocità raggiunta da un bob a quattro è su questa pista di circa 115 chilometri all’ora. La pista rende al meglio quando la temperatura esterna è intorno allo zero e non vi è troppa umidità (…) Chi vuole evitare la velocità del classico bob può scegliere una versione ridotta in gomma piuma chiamata soft bob. In questo caso si scende a 75-80 chilometri all’ora”. Ogni anno circa 20.000 turisti si lanciano in una discesa sull’impianto di Sigulda. Un’ultima annotazione storica. Le corse di slittino e bob sono tradizioni che a Sigulda risalgono all’Ottocento. La prima pista fu costruita dal principe Nikolaj Kropotkin che trasformò la località in un luogo di villeggiatura dell’aristocrazia tedesca e russa. Era lunga 900 metri e aveva un solo tornante.
(Nella foto effettuata con il cellulare, l’inizio della pista di bob e slittino di Sigulda, in Lettonia)