Ormai il mercato del lavoro in Europa non è più nazionale, ma continentale. Certo il problema della lingua si pone, ma non può e non deve essere considerato un ostacolo insormontabile. La Germania ha messo in linea da alcune settimane un portale tutto dedicato a chi è pronto a trasferirsi nella Repubblica Federale alla ricerca di una occupazione. Oggi su Twitter il portavoce del cancelliere Angela Merkel, Steffen Seibert, ha annunciato che ormai i visitatori di questo sito, chiamato Make It In Germany, hanno superato il milione. Il portale – gestito dal ministro degli Affari Sociali, dal ministero dell'Economia e dall'Ufficio federale del Lavoro di Norimberga – pubblicizza in inglese e in tedesco il grande mercato del lavoro tedesco. Su internet, le autorità tedesche illustrano le opportunità professionali della Germania; danno consigli su come trasferirsi nel paese; spiegano chi ha bisogno di un visto e come ottenerlo; raccontano della Repubblica Federale, dando del paese un'immagine moderna e accogliente. D'altro canto, la Germania conta oltre sette milioni di stranieri (i tedeschi di origine straniera sono ancora di più). Molti sono arrivati negli anni 50 e 60, ma molti sono sbarcati nel paese anche recentemente. Qui, chi vorrà potrà fare un test per capire se e come potrà trasferirsi oltre Reno. Il sito poi dà informazioni sul ricongiungimento famigliare, sul sistema scolastico, sul sistema sanitario, sui vari contratti assicurativi a disposizione, su come si apre un conto in banca e su come ci si può muovere attraverso il paese, sulle opportunità di volontariato e anche su come si può sottoscrivere un contratto telefonico.
Il sito è un esempio di organizzazione tedesca. L'iniziativa può essere vista in vari modi. Il primo è quello che mette l'accento su un paese opportunista. Il portale elenca le varie professioni che in questo momento mancano nel mercato del lavoro tedesco: medici, ingegneri, esperti informatici, scienziati e lavoratori specializzati. Come altrove in Europa, anche in Germania c'è uno sfasamento tra domanda e offerta. Con un tasso di disoccupazione che oscilla intorno al 6,8% della popolazione attiva, il paese in alcune regioni è vicino alla piena occupazione. Perché non dovrebbe in queste circostanze attirare lavoratori dall'estero, anche per compensare l'invecchiamento della propria popolazione? Ma questa è la lettura per certi versi più banale. Dietro all'iniziativa del governo c'è anche il desiderio di contribuire al riassorbimento degli squilibri economici e finanziari nella zona euro, accogliendo i giovani senza lavoro nei paesi più fragili del Sud Europa. Non è vero che la Germania sia (solo?) egoista, assertiva, dominatrice, come dicono molti commentatori nell'interpretare le posizioni del paese nella crisi della zona euro. E' (anche?) un paese sensibile, responsabile, lungimirante. Venerdì a Berlino, il presidente della Repubblica Joachim Gauck ha tenuto un lungo discorso, forse il primo suo vero discorso da quando è stato eletto al vertice del paese nel marzo del 2012. Tra le altre cose ha spiegato: "In Germania, più Europa non significa una Europa tedesca. Per noi più Europa significa una Germania europea". Gauck ha aggiunto che la Repubblica Federale ha obblighi particolari nei confronti dell'Europa: "Dopotutto, è dal nostro paese che è venuto il tentativo di distruggere i valori universali europei". Per ultimo, si è anche rivolto ai giovani d'oggi, che" stanno vivendo l'Europa più di chiunque altro in passato", viaggiando, studiando e lavorando in tutto il continente. Parafrasando John F. Kennedy, ha aggiunto: "Non chiedete cosa l'Europa può fare per voi, ma cosa voi potete fare per l'Europa". La frase è un po' retorica, ma è l'immagine di un paese molto più europeo di quanto spesso si pensi, come dimostra anche il portale Make It In Germany.
Nella foto, il presidente della Repubblica tedesco Joachim Gauck, 73 anni, allo Schloss Bellevue di Berlino venerdì 22 febbraio 2013)
NB: Dal fronte di Bruxelles (ex GermaniE) è anche su Facebook