BRUXELLES – C’è grande attesa nelle capitali nazionali per le nuove previsioni economiche d’inverno che la Commissione europea presenterà domani qui a Bruxelles. A Parigi, c’è il timore che l’esecutivo comunitario possa puntare il dito contro un risanamento dei conti pubblici non sufficientemente coraggioso. A Roma, invece, c’è la speranza che le nuove stime della Commissione possano aprire la porta all’uscita dell’Italia dalla procedura di deficit eccessivo.
La
situazione economica rimane fragile. Sia la Banca centrale europea che la
Commissione si aspettano nella zona euro una ripresa graduale dell’attività
economica nella seconda metà del 2013. Oltre a dipendere soprattutto dalla
domanda internazionale, la ripresa rischia di non avere un impatto sufficiente
per ridurre la grave disoccupazione. Le stesse previsioni relative all’Italia
mostrano un quadro in chiaroscuro, positivo sul fronte del bilancio, negativo
sul versante dell’occupazione.
Secondo
le cifre che circolavano ieri sera a Bruxelles la Commissione prevederebbe un
deficit pubblico in evidente calo rispetto al 3,9% del Pil registrato nel 2011:
al 2,9% nel 2012, e al 2,0% del Pil nel 2013 e 2014. La caduta dell’anno scorso
è imputata a un balzo del surplus primario, del 2,6%. Il risultato, secondo l’esecutivo
comunitario, è stato possibile grazie a incrementi fiscali, la mancata
indicizzazione delle pensioni più generose, e il congelamento dei salari nella
funzione pubblica.
Sempre
alla luce delle cifre disponibili ieri sera (e oggetto di possibili revisioni),
l’esecutivo comunitario si aspetta che il deficit continui a rimanere sotto al limite
del 3,0% del Pil sia quest’anno che l’anno prossimo, purché vengano addottate
pienamente le misure decise nel 2011-2012 dall’attuale governo. Al buon
risultato atteso quest’anno, secondo la Commissione, dovrebbe contribuire anche
l’analisi della spesa pubblica (spending
review) decisa dall’Esecutivo nell’estate del 2012.
Per
quanto riguarda l’andamento dell’economia, le previsioni dell’esecutivo
comunitario prevedono una recessione del 2,1% nel 2012 e dello 0,8% nel 2013, e
un aumento del Pil dello 0,8% nel 2014. Sul fronte della disoccupazione, i dati
sono preoccupanti: dal 10,6% del 2012 all’11,6% di quest’anno, fino a toccare
l’11,9% l’anno prossimo. I dati della Commissione sono più ottimistici di
quelli della Banca d’Italia (che risalgono a gennaio), e più pessimistici di quelli
del Tesoro (vecchi però di settembre).
La
banca centrale prevede un calo del Pil dell’1% nel 2013 e un aumento dello 0,7%
nel 2014, mentre il Tesoro si aspetta un disavanzo pubblico rispettivamente dell’1,8
e dell’1,5%. Le previsioni d’inverno della Commissione giungono in un momento
delicatissimo, a ridosso del voto per le legislative in Italia domenica e
lunedì. Anche per questo motivo sono state oggetto di accesi dibattiti nell’esecutivo
comunitario, consapevole dell’impatto politico che potrebbero avere.
In
questa ottica, non è insignificante notare che se queste stime fossero
confermate, l’Italia potrebbe sperare di uscire dalla procedura di deficit
eccessivo. Naturalmente l’iter non è banale. Sono necessarie in primo luogo la
conferma del dato del 2012 da parte di Eurostat e poi soprattutto una
valutazione da parte della Commissione e dell’Ecofin. In ultima analisi, l’esito
del procedimento dipenderà dalle scelte politiche, più o meno credibili, che
farà il prossimo governo. B.R.
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