DUBLINO – Per la prima volta dai tempi di Wim Duisenberg, nominato primo presidente della Banca centrale europea nel 1998, l'Olanda potrebbe incassare presto una importante nomina europea, la presidenza dell'Eurogruppo. Candidato è il ministro delle Finanze Jeroen Dijsselbloem. La battaglia è ancora in corso, gli esiti ancora incerti, ma gli ultimi segnali fanno pensare che per Dijsselbloem, un nome da pronunciarsi Deisselblum, la nomina non sia troppo lontana.
«Con l'Irlanda Dijsselbloem ha legami particolari, poiché ha fatto parte degli studi qui – ha detto ieri il ministro delle Finanze Michael Noonan, ricevendo a Dublino un gruppo di giornalisti europei all'inizio della presidenza irlandese dell'Unione -. A una mia domanda mi ha saputo dare il numero dei pub a Cork…». Alla richiesta di una risposta più seria, Noonan ha aggiunto: «Il mio collega olandese sembra pronto, volenteroso e capace» di assumere la presidenza dell'Eurogruppo.
Da giovane, l'attuale ministro delle Finanze olandese manifestava contro lo spiegamento dei missili nucleari nel suo Paese. Da deputato socialista critica «la morale sessuale dissoluta» dei suoi connazionali. Nato ad Eindhoven, Dijsselbloem viene da una famiglia cattolica, di insegnanti e agronomi. È padre di due figli, parla francese e inglese, e chi lo ha frequentato in questi primi mesi a Bruxelles lo definisce una persona affidabile.
Nominato in novembre, si è dimostrato più moderato del suo predecessore, il democristiano Jan Kees de Jaeger, che più volte in questi anni è riuscito a inimicarsi non pochi colleghi con posizioni intransigenti. «Dijsselbloem sta facendo il giro delle capitali per toccare con mano l'appoggio che la sua candidatura potrebbe ricevere – spiega un diplomatico europeo -. Il suo obiettivo è assicurarsi che non ci siano interferenze negative». Ieri ha incontrato a Roma il suo omologo italiano Vittorio Grilli.
Fosse solo per motivi istituzionali, Dijsselbloem non ha la statura di Jean-Claude Juncker, il 58enne presidente uscente dell'Eurogruppo e premier lussemburghese. Eppure, per una serie di coincidenze di cui le cancellerie europee sono maestre, il ministro olandese ha buone possibilità, anche se i francesi non si sono ancora espressi pubblicamente. L'uomo però ha l'appoggio di Berlino, e per ora la candidatura del ministro delle Finanze francese Pierre Moscovici non sembra una vera minaccia.
Sulle questioni di bilancio Dijsselbloem non è molto diverso da de Jaeger. Davanti al parlamento olandese in dicembre ha ribadito l'importanza del risanamento del bilancio. In questo senso, sarà comunque il portavoce del rigore economico. Qualche giorno fa, il giornale olandese NRC Handelsblad citava però un diplomatico brussellese: «Con Dijsselbloem dopo un duro scambio verbale è sempre possibile andare a bere una birra insieme», a differenza di quanto potesse accadere con il suo predecessore. B.R.