Steven Vanackere è un uomo di 48 anni, ministro delle Finanze nel governo del primo ministro belga Elio Di Rupo. Nell'esecutivo del suo paese è un esponente politico di peso. Non solo perché controlla un portafoglio importante. E' anche vice primo ministro e membro del potente partito democristiano fiammingo (CD&V). Lunedì Vanackere si è sottoposto a un esercizio nuovo per un leader politico nazionale. Ha risposto alle domande dei deputati europei durante una audizione della Commissione Affari Economici e Monetari. Una prima assoluta per un esponente di un governo della zona euro. Il parlamento europeo ha utilizzato un potere che gli è stato appena attribuito dalla recente riforma del patto di stabilità e di crescita, entrata in vigore il 13 dicembre 2011. Il 6-pack, come viene chiamato nel gergo brussellese, consente all'assemblea parlamentare di invitare leader nazionali e non più solo esponenti comunitari, come il presidente della Commissione, il presidente della Banca centrale europea, o eventualmente un Commissario europeo. "Qualsiasi paese in deficit eccessivo può essere invitato dalla Commissione Affari Economici e Monetari", spiega John Schranz, un portavoce dell'assemblea parlamentare. "Non c'è obbligo di presenza. Spetta allo stato membro accettare o meno l'invito".
Si parla molto di cessione di sovranità da parte degli stati membri della zona euro, pur di risolvere con una maggiore integrazione politica la gravissima crisi debitoria. Le ultime modifiche del patto di stabilità e di crescita hanno già modificato in modo sostanzioso gli equilibri dei poteri nell'Unione. Il controllo reciproco tra i paesi dell'unione monetaria si è rafforzato, così come si è rafforzato il potere di intervento della Commissione europea nelle scelte di politica economica degli stati membri. Vanackere ha dimostrato lunedì che anche il parlamento ha assunto un ruolo diverso. I deputati europei lo hanno pungolato su vari aspetti controversi della politica economica belga: dall'indicizzazione dei salari all'elevato debito pubblico, alla crisi del sistema bancario nazionale. Tutti problemi prettamente belgi, ma con innegabili ramificazioni europee. Notando il recente aumento delle stime di crescita per il 2012, il ministro ha sostenuto che il Belgio è un "top performer" della zona euro. Molti parlamentari non ne sono convinti. Philippe de Backer, un liberale belga, ha detto che le stime di crescita sono "troppe ottimistiche". Jürgen Klute, un tedesco di Die Linke, ha rimproverato al governo Di Rupo di avere un sistema fiscale che pesa soprattutto sui redditi meno elevati. Di solito, Vanackere è chiamato a difendersi alla Chambre des Représentants o al Sénat del suo paese, nel Palais de la Nation che dal 1831 ospita il parlamento belga. Questa settimana ha dovuto fare i conti con il fuoco di fila delle domande di deputati tedeschi e francesi, spagnoli e olandesi. Accetteranno la sfida Wolfgang Schäuble, Pierre Moscovici o Mario Monti?
(Nella foto, il ministro delle Finanze belga Steven Vanackere lunedì 18 giugno a Bruxelles)
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