La ristrutturazione del debito greco sembra andata a buon fine, non per questo però la crisi debitoria nella zona euro può dirsi risolta. A Bruxelles, come in altre capitali europee, lo sguardo corre alla Spagna. Non preoccupano solo gli squilibri finanziari del paese mediterraneo e l'elevata disoccupazione, ma anche una politica economica che potrebbe innervosire i mercati. Il governo Rajoy ha rivisto al rialzo le stime di disavanzo pubblico per il 2012, pur confermando l'obiettivo di raggiungere un deficit del 3% del PIL nel 2013. Il timore è che un rinvio di questo impegno sia solo questione di tempo, tanto più se la politica dell'esecutivo di centro-destra venisse premiata nelle prossime elezioni regionali: a fine mese si vota in Andalusia, una grande regione del paese, tradizionalmente di centro-sinistra ma che secondo i sondaggi potrebbe passare al centro-destra. In questo contesto, l'idea di un potenziamento del fondo di stabilità ESM, per arginare i rischi di contagio, resta drammaticamente d'attualità. I ministri finanziari ne parleranno lunedì sera a Bruxelles. L'idea di un rafforzamento del parafiamme da 500 a 750 miliardi di euro è in discussione da tempo, e le prese di posizione di molti esponenti politici fanno pensare a un accordo. Quanto vicino? Secondo alcuni diplomatici non nella prossima riunione dell'Eurogruppo.
La Germania tentenna ancora, e probabilmente lunedì chiederà alla Commissione Europea ulteriore lavoro tecnico per chiarire il rapporto tra ESM, e il suo predecessore, l'EFSF. L'obiettivo tedesco è di prendere tempo. Rafforzare l'ESM è decisione controversa nella Repubblica Federale. Già all'inizio dell'anno, Berlino aveva chiesto di rinviare questa scelta per evitare di chiedere contemporaneamente al Bundestag più soldi per la Grecia e più soldi per l'ESM. Pur archiviata la questione greca, il governo federale non si sente (ancora) pronto. Il cancelliere Angela Merkel si è indebolito. Prima di tutto, il voto sul pacchetto di aiuti alla Grecia ha mostrato in Parlamento un'imbarazzante spaccatura nella maggioranza democristiana-liberale. In secondo luogo le recenti dimissioni del presidente della Repubblica Christian Wulff, per avere goduto di prestiti facili da parte di un imprenditore amico, stanno pesando sull'immagine della signora Merkel che lo aveva voluto a capo dello stato nel 2010. Infine, le rimostranze della Bundesbank contro la politica della Banca centrale europea non lasciano indifferente una parte della pubblica opinione e influenzano inevitabilmente la politica europea dell'esecutivo. Per tutti questi motivi la signora Merkel non è ancora pronta a dare il benestare al rafforzamento dell'ESM. Parlando mercoledì davanti ai deputati democristiani, il cancelliere ha assicurato – secondo il resoconto dell'agenzia di stampa DPA – che la dotazione del fondo di stabilità rimarrà di 500 miliardi di euro. Il Fondo monetario internazionale ha posto come condizione un potenziamento dell'ESM prima di rafforzare a sua volta il proprio capitale in modo eventualmente ad aiutare la zona euro. In occasione del consiglio di amministrazione previsto a metà marzo la conversazione all'FMI su questo tema rischia di essere interlocutoria. Se il rinvio di ogni decisione sul parafiamme europeo fosse confermato, la scelta potrebbe deludere gli investitori e innervosire i mercati.
(Nella foto, la signora Merkel e il presidente brasiliano Dilma Roussef questa settimana alla fiera CeBIT di Hannover)
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