BRUXELLES – Sono entrati nel vivo i negoziati in vista di un trattato che sancisca una nuova disciplina di bilancio. I governi dell’Unione si sono scambiati possibili emendamenti alla prima bozza di metà dicembre. Mentre Roma chiede maggiore comprensione nella riduzione del debito eccessivo, Berlino insiste sul nesso tra la ratifica del nuovo trattato e qualsiasi aiuto finanziario ai paesi in crisi.
L’idea di un nuovo trattato – nata nel vertice del 9 dicembre – ha provocato il timore che un accordo internazionale possa mettere a repentaglio l’acquis communautaire. In questo senso, Roberto Gualtieri, il eurodeputato italiano che siede al tavolo delle trattative ha spiegato: “Vogliamo sancire la preminenza del diritto comunitario ed evitare qualsiasi contrasto tra il nuovo accordo e la legislazione europea”.
Il parlamento europeo, che partecipa ai negoziati sul nuovo accordo oltre che con Gualtieri anche con il belga Guy Verhofstadt e il tedesco Elmar Brok, ha presentato una serie di possibili modifiche. Tra le altre cose, i parlamentari propongono di adottare obbligazioni europee “solo dopo la creazione di un quadro sostenibile che abbia l’obiettivo di migliorare sia la governance economica che la crescita economica”.
Tutti i principali paesi europei hanno presentato suggerimenti. L’Italia ha chiesto la modifica dell’articolo 4, che stabilisce la necessità di ridurre il debito eccessivo di un ventesimo all’anno, ricordando la recente riforma del patto di stabilità e l’opportunità di considerare tutti i “fattori rilevanti” nel valutare gli sforzi nazionali. “Il vertice del 9 dicembre NON ha deciso di modificare le regole”, notano i diplomatici italiani nel loro documento.
Su quest’ultimo aspetto l’Italia può contare sull’appoggio esplicito della Francia. Inoltre il governo francese vuole che l’intesa, “tenuto conto della sua importanza”, venga definita non accordo ma trattato per sottolinearne – in contrasto con il parlamento e la commissione – la natura intergovernativa. Parigi chiede anche maggiore attenzione sulla convergenza delle politiche fiscali.
Dal canto suo, la Germania introduce nell’articolo 14 una clausola secondo la quale la ratifica dell’accordo sulla nuova disciplina di bilancio è “una precondizione per ricevere l’assistenza” del fondo di stabilità ESM. Nell’articolo 5, Berlino propone di sancire il ruolo della Commissione nel chiedere modifiche ex ante ai bilanci nazionali “nel caso questi differiscano seriamente dagli obblighi del patto di stabilità e di crescita”.
Le richieste tedesche hanno suscitato primi commenti negativi, ma è ancora da capire se Berlino stia alzando la posta per strappare il minimo indispensabile o se abbia intenzioni combattive. La partita è ancora tutta da giocare. Il mese di gennaio è segnato da non pochi appuntamenti tecnici (il 6 e il 12) e politici (con un Eurogruppo il 23 e poi un consiglio europeo il 30) in vista di un’approvazione entro marzo.
B.R.