Tra 40 anni la Germania potrebbe produrre il 100% di elettricità da fonti rinnovabili. “E’ un obiettivo molto realistico, basato sulla tecnologia già esistente. Non è una predizione campata per aria”, ha assicurato Jochem Flasbarth, il presidente dell’Ufficio federale per l’Ambiente (l’Umweltbundesamt). “Una riconversione completa all’energia rinnovabile è possibile, in un’ottica sia tecnica che ambientale”. E da un punto di vista economico? E’ il grande dubbio di molti. Forse la presa di posizione di Flasbarth non è “una predizione campata per aria”, ma può sembrare una fantasticheria. Eppure, la Germania ha tra le sue virtù costanza e impegno. Oggi, il 16% dell’elettricità tedesca proviene dall’acqua, dal vento, dal sole e da altre fonti ecologiche. La percentuale è triplicata in 15 anni. Il paese è il primo produttore al mondo nell’energia solare; il secondo nell’energia eolica.. Non male per un paese non particolarmente soleggiato. Nel contempo, la Germania fa miracoli nel riciclo della spazzatura. E’ il primo importatore d’Europa di rifiuti tossici (smentendo almeno in questo campo l’accusa frequente di esportare senza importare, contribuendo agli squilibri finanziari a livello mondiale). Secondo i dati dell’Ufficio federale per l’Ambiente, la Germania ha importato sette milioni e mezzo di tonnellate di spazzatura nel 2009, con un aumento del 10% rispetto all’anno precedente. “Il nostro paese è all’avanguardia nel riciclare i rifiuti. Importiamo da molti paesi europei, in particolare dall’Italia, dall’Olanda, dall’Austria, ma anche dal resto del mondo”, mi ha spiegato Harald Junker, un funzionario dell’ente federale tedesco a Dessau.
Il riciclo dei rifiuti, attraverso inceneritori ecologici e altri sofisticati impianti, è ormai diventato un business in Germania, come ha dimostrato negli anni scorsi il trasferimento nella Repubblica Federale della spazzatura napoletana, quando la città era invasa dall’immondizia. Ho qualche difficoltà a credere che questo grande paese possa realmente fare a meno del petrolio o del nucleare, ma devo ammettere che i tedeschi hanno una costanza straordinaria, capaci di cogliere tutti gli interstizi della vita quotidiana per risparmiare energia o utilizzare fonti rinnovabili. I pannelli solari sono ormai ovunque, e le pale eoliche hanno invaso il Mar Baltico. Questo è vero anche in altri paesi del Nord Europa. Ecco un piccolo esempio volutamente curioso. Ho attraversato in macchina la Svizzera nei giorni scorsi e mi sono fermato in una area di servizio bella e accogliente, con una grande vetrata che dava sui campi e sulle montagne. Nei bagni per la prima volta ho visto un nuovo apparecchio, con una forma talmente insolita che le persone lo guardavano con sospetto. Infilate le dita tra due fessure scatta un fortissimo soffio d’aria calda, che asciuga le mani in 10 secondi, almeno così dicono le istruzioni (nella foto fatta con il telefono cellulare). Mi hanno spiegato che il marchingegno ha numerosi vantaggi. Da un lato non richiede la stessa manutenzione di un asciugamano di tessuto o delle salviette di carta. Dall’altro consumerebbe meno energia di un normale “phon per le mani”, perché l’operazione, dato il soffio d’aria super concentrato, sarebbe più rapida e meno dispendiosa. Non so se sia proprio così, ma è certamente vero che investire per risparmiare è un motto molto tedesco.