Il cacciatore tedesco di nazisti – 28/01/10

LUDWIGSBURG – Il Simon Wiesenthal di Germania è un sessantenne, piccolo e canuto, meno noto al grande pubblico del celebre austriaco. Eppure, anche Kurt Schrimm, alla pari di Wiesenthal, è un ostinato cacciatore di nazisti. Questo magistrato del Baden-Württemberg guida un ente pubblico tedesco che a oltre mezzo secolo dalla fine della seconda guerra mondiale continua imperterrito a ricercare, in Germania e all'estero, i criminali di guerra.

La sua battaglia, Schrimm la conduce da una palazzina anonima di Ludwigsburg, ex prigione femminile trasformata in uffici. Nell'edificio, alla periferia di un'antica cittadina sede di guarnigioni militari, sono rimasti i cancelli in ferro, le mura spesse e le finestre piccole. Creato nel 1958,l'ufficio centrale dell'amministrazione giudiziaria incaricato di stanare gli ex nazisti è il perdurante tentativo dei tedeschi di fare i conti con il loro passato. «Il mio compito non è di giudicare, ma di chiarire, anche se non sono uno storico ma un giurista », afferma Schrimm con il linguaggio essenziale di un magistrato inquirente, in un ufficio spartano, due tavoli e qualche sedia, al primo piano dell'ex prigione. È stato proprio l'ente di Ludwigsburg a lavorare sul dossier di John Demjanjuk, il secondino delle SS attualmente sotto processo a Monaco per il «concorso nell'uccisione di 27.900 mila persone » a Sobibor.
Il Simon Wiesenthal di Germania, a capo dell'ente pubblico dal 2000, può contare su una ventina di collaboratori, tra i quali sette investigatori, quattro giuristi, due poliziotti, due traduttori e alcuni archivisti. Sì, perché il cuore pulsante dell'attività è proprio l'archivio: in una stanza al piano terra i funzionari del centro di Ludwigsburg hanno raccolto oltre un milione e mezzo di schede cartonate giallognole, dove con cura tutta tedesca vengono elencati fatti, cifre, uomini e date.
«Può sembrare incredibile ma a sessant'anni dalla fine della guerra la caccia ai criminali nazisti non è terminata – racconta Schrimm –.La materia prima sono soprattutto gli archivi all'estero attraverso i quali possiamo ritrovare il destino di persone che nel corso degli anni hanno cambiato paese. E le scoperte continuano: proprio di recente è stato ritrovato un nuovo registro in Brasile, dove mi recherò tra qualche settimana ».
Nei decenni, gli esperti del centro di Ludwigsburg hanno spulciato decine di archivi, nell'ex Unione Sovietica e in Argentina, in Polonia e in Cile, alla ricerca di eventuali colpevoli. In mezzo secolo l'ente pubblico tedesco ha effettuato 110 mila controlli e collaborato in 6.500 sentenze. Schrimm ha iniziato la carriera nel 1979 a Stoccarda. Il destino ha voluto che nel 1982 si occupasse di un caso riguardante un ex SS, e da allora ha trovato la sua specializzazione.
Ieri ancora il presidente israeliano Shimon Peres, intervenendo al Bundestag, ha esortato i tedeschi a continuare la ricerca dei responsabili dei crimini di guerra o contro l'Umanità. In passato la Germania è stata accusata di chiudere un occhio sugli ex nazisti, desiderosa di girare pagina e dimenticare il capitolo hitleriano il più velocemente possibile. Schrimm è il simbolo vivente di come la Repubblica Federale continui a coltivare il proprio senso di responsabilità.
«Nel mio lavoro incontro numerose scolaresche – ammette il magistrato –, e molti giovani mi chiedono che senso ha continuare a cercare i criminali di guerra, ormai molto vecchi dopo così tanto tempo. Rispondo loro che a Sobibor, dove Demjanjuk era un guardiano, sono morti molti anziani. È vero che ormai diamo la caccia ai pesci piccoli, che allora erano soldati o poco più, ma anche loro hanno responsabilità. E poi le ripeto: il mio compito è di fare chiarezza, non di giudicare».

B.R.