FRANCOFORTE – C’era un tempo in cui la Germania risolveva le sue beghe nei salotti della buona società o tutt’al più nei corridoi delle grandi aziende. Oggi la soluzione è spesso trovata nelle aule dei tribunali: la litigiosità nel mondo economico è aumentata in questi ultimi anni, vuoi per la crisi finanziaria, vuoi per lo smantellamento della Deutschland AG.
Non passa settimana ormai senza l’avvio di un processo che farà i titoli di apertura dei giornali. Il più noto probabilmente è quello che oppone Leo Kirch alla Deutsche Bank: il magnate della televisione accusa la banca di avere contribuito al fallimento della sua società nel 2002, mettendo in dubbio pubblicamente la solvibilità dell’azienda.
Questo processo è per molti versi la punta di un iceberg. In febbraio, la banca Hsh Nordbank ha trascinato in tribunale la sua controparte Ubs, accusandola diaverle venduto titoli subprime americani senza avvertirla per tempo. Obiettivo: recuperare 275 milioni di euro. Per tutta risposta la banca svizzera ha denunciato a sua volta il suo partner tedesco.
Nel frattempo, le città di Hagen, nel Nord-Reno Vestfalia, e di Würzburg, in Baviera, hanno portato davanti al giudice la stessa Deutsche Bank. Nei due casi i comuni rimproverano alla banca di avere proposto loro, senza avvertirli, investimenti troppo rischiosi. Secondo fonti di stampa, altri comuni starebbero valutando se perseguire la stessa strada contro i propri consulenti finanziari.
«La complessità crescente degli strumenti finanziari, la corsa ai profitti e la fine graduale della Deutschland AG sono alcune delle importanti ragioni dietro all’aumento della litigiosità tra le aziende in Germania», spiega Sébastien von Westphalen, avvocato d’affari a Francoforte. Molti osservatori notano come vi siano probabilmente diversi fenomeni in gioco.
Il primo è per così dire congiunturale, la crisi finanziaria con i suoi addentellati di investimenti rischiosi e di perdite inattese ha scatenato cause giudiziarie; il secondo è di più lungo periodo ed è collegato alla fine della Deutschland AG: la lenta dissoluzione delle partecipazioni incrociate ha spezzato i tradizionali legami e i rapporti di fiducia tra le società tedesche.
«L’incremento della litigiosità è un dato di fatto – nota Marcus Lutter, direttore del Zentrum für Europäisches Wirtschaftsrecht dell’Università di Bonn –.Da un lato non c’è più paura di denunciare il cosiddetto collega». Dall’altro è aumentata la pressione sui consigli di sorveglianza: se emerge l’impressione che non fanno il loro lavoro scatta la denuncia in tribunale.
Il “processo-facile” è una tendenza che colpisce anche l’amministrazione federale. Qualche settimana fa il Governo tedesco è stato denunciato da alcune società, tra le quali il Pin Group. Hanno accusato l’Esecutivo di avere violato la legge introducendo un salario minimo nel settore postale. In primo grado un tribunale ha dato loro ragione.
«Forse dietro all’aumento della litigiosità tra le aziende vi sono anche abitudini americane sempre più presenti in Germania – commenta dal canto suo Rodolfo Dolce, avvocato a Francoforte –. Non solo vi è un uso crescente di termini giuridici anglosassoni, ma anche dello strumento giudiziario per risolvere diatribe e controversie».
Non è un caso probabilmente se la professione forense ha un grande successo nella Repubblica federale. Secondo la Bundesrechtsanwaltskammer, il numero degli avvocati è salito da 104.067 nel 2000 a 146.906 nel 2008. Tra il 2000 e il 2005, i procedimenti civili giunti a conclusione sono aumentati da 1,871 milioni a 1,879 milioni, mentre quelli penali sono passati da 860 a 905mila.
Non è chiaro quali conseguenze la crescente litigiosità possa avere sul mondo economico tedesco. Per certi versi questo aumento è anche il riflesso di un Paese più aperto, più liberale, meno ingessato dalle regole (spesso opache) della Deutschland AG. Il professore Lutter si limita a una battuta: «È una manna per gli avvocati».
B.R.