Non sempre le crisi finanziarie lasciano dietro a sé solo macerie e fallimenti: quella attuale potrebbe cambiare il panorama bancario tedesco. Prima di tutto, molti in questo Paese temono una nuova bancarotta nel settore creditizio. Difficile da dire. Questa settimana, il Governo federale ha organizzato il terzo salvataggio in sette mesi della IKB, una banca specializzata nei prestiti alle piccole e medie imprese (nella foto un’immagine della sede a Düsseldorf). Altre banche non stanno meglio: SachsenLB è stata salvata dal governo regionale della Sassonia, WestLB da quello del Nord-Reno Vestfalia. Più in generale la crisi finanziaria, provocata dal tracollo dei mutui ipotecari negli Stati Uniti, sta mettendo a dura prova il sistema bancario tedesco, fondato su tre pilastri: pubblico, privato e cooperativo. Sono probabili cambiamenti su questo fronte.
Finora i tre pilastri sono stati a compartimenti stagni, contribuendo in questo modo a una parcellizzazione del mondo bancario tedesco: nel 2006 le banche tedesche erano 2050, rispetto alle 829 francesi e alle 807 italiane, secondo i dati della Banca centrale europea. Per anni la classe politica ha controllato gelosamente il sistema creditizio a livello locale, utilizzando Landesbanken e Sparkassen come cassaforte regionale. La crisi di questi mesi sta introducendo non pochi cambiamenti. Prima di tutto si stanno moltiplicando le ipotesi di aggregazioni nel settore bancario pubblico. La Landesbank Baden-Würrtemberg ha acquistato la SachsenLB, mentre WestLB e Helaba stanno discutendo di una possibile fusione. Sembrano poi farsi strada cambiamenti ancor più drastici come per esempio alleanze tra banche private e banche pubbliche. Finora questi accordi sono stati vietati da numerose legge regionali che impediscono alle prime di acquistare le seconde, ma secondo osservatori qualificati la situazione finanziaria di molti istituti regionali sta finalmente imponendo ripensamenti.