Pirati sul web? È “crimine organizzato”, secondo un ente tedesco

Il Bundesamt für Sicherheit in der Informationstechnik è uno dei tanti enti pubblici tedeschi a pubblicare con impressionante regolarità rapporti approfonditi sui temi più disparati. Le spie gialle Con sede a Bonn e presieduto da Udo Helmbrecht, un ex fisico della Messerschmidt-Bölkow-Blohm, il BSI è responsabile di assicurare la sicurezza di Internet, garantire per quanto possibile che gli scambi di informazione e gli acquisti sulla rete siano sicuri. La sfida non è da poco, se è vero che nei giorni scorsi l'organismo tedesco ha pubblicato una relazione sulla criminalità informatica: in forte aumento negli ultimi anni. Pochi mesi fa Deutsche Telekom ha ammesso il furto dei dati di 17 milioni di clienti della telefonia mobile, mentre nel 2007 i servizi segreti tedeschi avevano denunciato un attacco cinese ai computer della Cancelleria (nella foto una copertina dello Spiegel di quel periodo). Hartmut Isselhorst, uno dei dirigenti del BSI, parla addirittura di "crimine organizzato", stimando i proventi "a miliardi di euro". Uno dei maggiori esperti del settore, Eugene Kaspersky, con un passato in una università del KGB e oggi specialista anti-virus, parla di profitti per 100 miliardi di euro all'anno. Se prima gli hackers erano dei giovani informatici per la maggior parte innocui, oggi sono il braccio destro di organizzazioni potenti e pericolose.

La catena è preoccupante. All'origine vi sono degli specialisti informatici che navigando su Internet scoprono le faglie dei sistemi aziendali. L'informazione viene venduta ai criminali che ne approfittano. L'ultima maglia della catena è composta da persone incaricate di riciclare il denaro. L'operazione più comune è di bloccare un sito di e-commerce per poi ricattare la società ed esigere un riscatto. Redditizio è anche il furto di dati informatici. Secondo Magnus Kalkuhl, un analista della società Kaspersky Lab specializzata nei programmi anti-virus, fino a qualche anno fa gli attacchi informatici erano circa 2.000 al giorno; oggi – ha detto alla stampa tedesca – sarebbero 20.000 al giorno. Durante la recente fiera Cebit di Hannover, dedicata la settimana scorsa alle tecnologie di punta, Isselhorst ha ammesso: "La situazione è assai peggiore di quanto pensassimo". All'inizio del 2009, il Governo federale ha preparato un progetto di legge che permetterà un rafforzamento del Bundesamt für Sicherheit in der Informationstechnik. Intanto tre anni fa nasceva su iniziativa del ministero della Difesa un battaglione di soldati informatici: un centinaio di specialisti dedicato non solo alla difesa dei computer tedeschi, ma anche all'attacco di quelli nemici.