Bilancio della zona euro dopo il 2014 – 07/12/12

Vuole essere al tempo stesso concreto e realista il rapporto che il presidente del consiglio europeo Herman Van Rompuy ha trasmesso ieri ai 27 Governi dell'Unione e con il quale propone una serie di misure per rafforzare l'unione monetaria. Indirettamente, la relazione – un esercizio di equilibrismo politico – ha già provocato reazioni contrastanti, alla vigilia del vertice europeo del 13-14 dicembre che dovrà trovare un compromesso sul futuro della zona euro.


Il documento di 15 pagine è una versione più estesa e
completa del canovaccio di conclusioni del prossimo vertice circolato
all'inizio della settimana (si veda Il Sole 24 Ore di mercoledì). Nel
rapporto, Van Rompuy individua tre fasi. La prima (2012-2013) deve
servire ad adottare le misure già decise o ancora oggetto di negoziato;
la seconda (2013-2014) dovrebbe essere dedicata alla nascita di
contratti-Paese con le istituzioni Ue; la terza (post 2014) alla nascita
di una "capacità di bilancio".
Agli occhi di Van Rompuy, questo
strumento potrebbe servire ai Paesi ad assorbire shock esterni a a
sostenere lo sforzo di riforme economiche. «In una prospettiva di più
lungo termine, un aspetto chiave di una futura capacità di bilancio
potrebbe essere la sua possibile capacità di prendere a prestito», si
legge nel documento. «Una capacità di bilancio della zona euro potrebbe
essere una base appropriata per una emissione congiunta di debito senza
una mutualizzazione dei debiti sovrani».
Sul fronte bancario, la
relazione punta su due aspetti essenziali. Prima di tutto stabilisce che
la vigilanza unica, con il passaggio della sorveglianza creditizia
dagli Stati membri alla Banca centrale europea (Bce), dovrebbe essere
pienamente operativa «entro il 1° gennaio 2014». La questione è ancora
oggetto di negoziato tra i ministri delle Finanze che torneranno a
riunirsi il 12 dicembre per cercare un accordo dell'ultima ora,
rispettando l'impegno di una intesa entro fine 2012.
L'altra proposta
di Van Rompuy è la nascita di un'autorità unica di risoluzione degli
istituti di credito che dovrebbe vedere la luce nel corso del 2013, dopo
l'approvazione di due direttive già presentate dalla Commissione sulle
garanzie dei depositi e sulla gestione delle banche in crisi. Secondo il
rapporto reso pubblico ieri, la nuova autorità dovrebbe essere
affiancata da un fondo finanziario «efficace» e soprattutto
adeguatamente «indipendente».
La relazione, meno ambiziosa ma forse
più realista delle proposte di riforma presentate dalla Commissione la
settimana scorsa, servirà di base per le discussioni al vertice europeo.
Saranno però le conclusioni del summit a tratteggiare il futuro della
zona euro. Un canovaccio della dichiarazione finale, che oggi riassume
fedelmente il rapporto Van Rompuy, è già oggetto di negoziati
diplomatici. Una riunione degli ambasciatori presso l'Unione si è
protratta mercoledì fino a mezzanotte.
In questa occasione, molti
Paesi hanno avuto da ridire sul progetto di conclusioni. Alla Germania,
per esempio, non è piaciuto il livello di dettagli sull'unione bancaria e
in particolare l'impegno chiaramente definito su un prossimo fondo di
risoluzione delle banche. Il timore è di assumere impegni finanziari
prima che la vigilanza unica abbia dimostrato di funzionare
efficacemente. La Francia, invece, è rimasta delusa da un'idea di
mutualizzazione dei debiti sovrani troppo annacquata. B.R.